La Fondazione per lo Sviluppo dell’Arte e della Cultura dell’Uzbekistan (ACDF) ha annunciato la nomina dello studio GRACE, fondato da Ekaterina Golovatyuk e Giacomo Cantoni, per la curatela del Padiglione Nazionale dell’Uzbekistan alla 19ª Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia 2025. Il tema del padiglione, intitolato A Matter of Radiance, esplorerà la rilevanza della recente eredità modernista dell’Uzbekistan, in particolare attraverso l’analisi della struttura scientifica Sun Institute of Material Science, originariamente denominato Sun Heliocomplex, situato vicino a Tashkent e costruito nel 1987.

Il Sun Institute of Material Science
Il Sun Institute, uno degli ultimi grandi progetti scientifici realizzati durante l’era sovietica, è ancora oggi uno dei due unici forni solari esistenti al mondo utilizzati per studiare il comportamento dei materiali in condizioni di temperature estreme. Questo complesso architettonico è significativo non solo per il suo scopo scientifico, ma anche per il suo impatto culturale visto che rappresenta un’aspirazione modernista tipica dell’URSS. Tuttavia, nonostante le sue dimensioni colossali, la struttura non è riuscita a diventare un vero punto di avanguardia scientifica e tecnologica a causa delle problematiche storiche e politiche del periodo.
Il padiglione a Venezia si concentrerà proprio su questa ambivalenza, esplorando la dicotomia tra l’imponente modernismo sovietico e i limiti della sua realizzazione. In particolare, la mostra si propone di riflettere su come la struttura possa essere letta sotto molteplici punti di vista: come simbolo di sostenibilità e insostenibilità, modernista e al contempo arcaica, didattica e misteriosa, celebrativa ma anche utilitaristica. Questo approccio sarà il cuore della narrazione esposta al pubblico, invitando a una riflessione sull’eredità dell’architettura modernista e sul suo impatto sulle scienze e sulla cultura.

La curatela e il concept
Il padiglione non si limita a una semplice esposizione della struttura architettonica, ma cerca di esplorare il suo significato più profondo invitando a una rivalutazione critica. I curatori non considerano la ridondanza della struttura come un difetto, ma come un aspetto che merita di essere indagato per il suo potenziale, sia dal punto di vista scientifico che culturale. La mostra si concentrerà anche sulla domanda fondamentale su quali problematiche globali e scientifiche contemporanee il Sun Institute potrebbe contribuire a risolvere.
Verrà incluso l’uso di frammenti della struttura portati dall’Uzbekistan o creati appositamente per la mostra. Questi, saranno ripensati concettualmente permettendo di esplorare in modo nuovo il loro significato originario e la loro funzione. La mostra servirà anche da scenografia per uno spettacolo teatrale, trasformando lo spazio che sarà in grado sia di esporre che interpretare la struttura. Così la mostra non solo farà luce sulla funzione e sulla storia dell’istituto, ma ne esplorerà anche le implicazioni estetiche, filosofiche e culturali.


L’approccio interdisciplinare
Il progetto di curatela è pensato come un’esperienza interdisciplinare che coinvolge esperti e artisti e artiste di diverse nazionalità. Tra i partecipanti ci saranno Suhbat Aflatuni, scrittrice uzbeka, un team teatrale, e artisti e designer emergenti come Azamat Abbasov, Ester Sheinfeld e Mukhiddin Riskiyev. I curatori hanno inoltre collaborato con Odilkhuzha Parpiev e Sultan Suleymanov, fisici uzbeki, per esplorare ulteriormente il legame tra scienza e architettura ed ampliare la discussione sulla modernità e sull’eredità scientifica dell’Uzbekistan.
Il progetto Tashkent Modernism XX/XXI
Il padiglione si inserisce in un contesto di ricerca più ampio: il progetto Tashkent Modernism XX/XXI, avviato nel 2021 per rispondere alla crescente necessità di proteggere e conservare il patrimonio architettonico modernista di Tashkent. Questo progetto ha portato alla documentazione, reinterpretazione e protezione di 24 edifici modernisti emblematici della capitale uzbeka garantendo loro lo status di patrimonio nazionale. Il progetto ha visto la collaborazione di esperti internazionali e ha sottolineato l’importanza dell’architettura modernista di Tashkent per l’identità della città.
La ricerca è stata raccolta in due pubblicazioni importanti. La prima, Tashkent Modernism XX/XXI, pubblicata da Lars Müller, esplora il progetto di conservazione e le metodologie utilizzate per tutelare l’architettura del XX secolo. La seconda, Tashkent: A Modernist Capital, pubblicata da Rizzoli New York, presenta fotografie di Karel Balas e una prefazione di Chris Dercon.

Il ruolo dell’ACDF e delle istituzioni culturali
La Fondazione per lo Sviluppo dell’Arte e della Cultura dell’Uzbekistan (ACDF) è al centro del panorama culturale uzbeko con una missione volta a promuovere il patrimonio culturale e artistico del paese, oltre a facilitare la creazione di un’economia creativa che connetta le generazioni e favorisca il dialogo interculturale. Sotto la guida di Gayane Umerova, l’ACDF sta lavorando a progetti significativi che posizionano l’Uzbekistan come un attore centrale sulla scena culturale internazionale.
L’ACDF ha avuto un ruolo cruciale in questo processo di conservazione e promozione del patrimonio culturale. ACDF si dedica alla preservazione e alla promozione dell’arte e della cultura dell’Uzbekistan, lavorando a stretto contatto con istituzioni locali e internazionali. Tra i progetti in corso, l’ACDF sta guidando la ristrutturazione del Centro per l’Arte Contemporanea di Tashkent, la costruzione del nuovo Museo Statale delle Arti, progettato da Tadao Ando, e il restauro del Palazzo del Granduca di Romanov. Inoltre, l’ACDF è impegnata in eventi internazionali come la Quarta Conferenza Mondiale sull’Economia Creativa tenutasi a Tashkent nel 2024 e la Biennale di Bukhara, che si terrà nel 2025.
Le dichiarazioni dei curatori e della presidente dell’ACDF
La presidente dell’ACDF Gayane Umerova ha sottolineato come il padiglione rappresenti un passo significativo per accendere i riflettori sulla eredità modernista di Tashkent, un aspetto spesso poco riconosciuto, e come il padiglione guardi al futuro con un impegno verso l’innovazione e la creazione di contributi significativi. I curatori Golovatyuk e Cantoni hanno espresso il loro entusiasmo nel curare il padiglione sottolineando l’importanza di portare alla luce un aspetto iconico ma poco conosciuto del modernismo di Tashkent e come il padiglione rappresenti un momento cruciale in un ampio progetto di ricerca e conservazione.
