La mostra One Hundred Percent di Los Angeles per gli artisti vittime degli incendi

Aram Moshayedi si mobilita con una mostra pop-up in cui tutti i proventi delle vendite saranno destinati all’artista.

A curare la mostra è Aram Moshayedi, chief curator ad interim dell’Hammer Museum, che ha sviluppato questo progetto in modo indipendente in sole tre settimane. La mostra si terrà a Los Angeles al 619 N Western Avenue, di fronte alla galleria David Zwirner, dal 14 al 22 febbraio, in concomitanza con la fiera Frieze di Los Angeles.

Una mostra a beneficio degli artisti

La mostra pop-up punta ad aiutare gli artisti colpiti dagli incendi che hanno devastato le zone di Pacific Palisades e Altadena: il titolo della mostra, One Hundred Percent, fa riferimento al fatto che tutti i proventi andranno direttamente all’artista. Inoltre, il team di Moshayedi lavorerà su base volontaria, non percependo denaro e non facendo pagare nulla.

Aram Moshayedi, ha lanciato un invito aperto agli artisti visivi e ad altri creativi direttamente colpiti cosicché ciascuno contribuisse con un’opera. È così che hanno scelto di partecipare più di 80 artisti: da emergenti appena laureati a personalità di fama internazionale come Paul McCarthy e Diana Thater (che hanno entrambi perso la casa ad Altadena).

Un aiuto su grande scala

Nella mostra saranno presenti opere sopravvissute agli incendi e nuovi lavori realizzati per questa occasione. Jeffrey Sugishita, ad esempio, esporrà una fotografia che lo ritrae, vestito completamente di nero e con un casco fatto di fiori, in piedi tra le rovine della sua casa.

Tra gli artisti con cui Moshayedi ha già lavorato ci saranno Kelly Akashi, Kathryn Andrews, Asher Hartman, McCarthy, Jon Polypchuk e Analia Saban. Il curatore, non appena sono scoppiati gli incendi, ha iniziato a raccogliere i PDF delle opere disponibili degli artisti che conosceva per inviarli a collezionisti, donatori, membri del consiglio di amministrazione e altre persone che riteneva potessero acquistare opere in quel momento di bisogno. Si è però reso conto di non conoscere molti artisti: è così che ha deciso di prestare tutto il sostegno che poteva come curatore nei confronti di quella comunità di artisti a lui ancora anonimi.

Il supporto della comunità

Geoffrey Anenberg, mediatore immobiliare e amico del mondo dell’arte, ha aiutato Moshayedi a trovare lo spazio nel quale avverrà la mostra pop-up; grazie alla collaborazione con il gruppo Grief and Hope, sono stati raccolti i fondi di emergenza per gli artisti e lavoratori; ha, infine, ottenuto una donazione di apparecchiature audio da Dublab che potrebbero essere utilizzate per performance o musica dal vivo.