Justin Sun contro David Geffen. È battaglia legale per la scultura di Giacometti

Il proprietario di Comedian di Cattelan sostiene di essere stato raggirato da una consulente d’arte, ma gli avvocati di Geffen respingono ogni accusa

Justin Sun, fondatore di criptovalute con sede a Hong Kong, ha citato in giudizio il dirigente discografico, miliardario e collezionista d’arte americano David Geffen per la legittima proprietà di una scultura di Alberto Giacometti del valore di 78,4 milioni di dollari. La causa, depositata martedì 4 febbraio, arriva dal magnate noto nel mondo dell’arte per essersi aggiudicato all’asta di Sotheby’s del 20 novembre 2024 l’opera concettuale Comedian” di Maurizio Cattelan del 2019.

Il contenzioso riguarda uno dei lotti principali di asta di Sotheby’s del 2021: il celebre bronzo di Alberto Giacometti Le Nez (1947). L’asta era dedicata alla collezione d’arte di Linda e Harry Macklowe (una delle più preziose e costose collezioni d’arte di un singolo proprietario venduta all’asta). L’opera era stata battuta all’asta per 60 milioni di dollari, di poco inferiore alla stima di 70-90 milioni di dollari del lotto.

L’acquisto e la controversia sulla proprietà

Justin Sun ha dichiarato di aver comprato una scultura all’asta, ma la sua identità come acquirente è stata rivelata solo dopo la vendita. Dopo l’acquisto, Sun ha affermato di aver donato l’opera ad ApeNFT, un fondo che si occupa di proprietà frazionata basata sulla blockchain. Questo fondo, secondo un’accusa, sarebbe stato fondato da Sun e un certo Xiong, ma la sua proprietà effettiva risulterebbe intestata a un parente di Sun.

Nonostante la dichiarazione di donazione, Sun ora dichiara di non aver mai realmente donato o trasferito la proprietà dell’opera, quindi la scultura rimarrebbe sotto il suo controllo. Invece di cederne la proprietà, il magnate avrebbe deciso di esporre l’opera solo in forma digitale permettendo di visualizzarla online ma senza un effettivo passaggio di proprietà. Il punto critico della vicenda consiste perciò nella discrepanza tra la dichiarazione di donazione e il fatto che Sun continui a mantenere il controllo della scultura, il che ha sollevato dubbi sulla reale gestione del fondo ApeNFT.

L’accusa di furto e la vendita a Geffen

Justin Sun sostiene che la scultura gli è stata rubata dal consulente d’arte che lo ha aiutato nella vendita di Sotheby’s, ossia Xiong Zihan Sydney. La consulente avrebbe agito a nome di ApeNFT, dichiarando falsamente che il fondo fosse il proprietario della scultura. Usando questa falsa proprietà, Xiong avrebbe venduto Le Nez a David Geffen ricevendo in cambio due opere d’arte di Geffen (valutate 55 milioni di dollari) e 10,5 milioni di dollari in contanti, con una transizione del valore totale di 65,5 milioni di dollari. Secondo Sun, Xiong sarebbe arrivata a falsificare la sua firma sui documenti per completare la vendita e organizzare il trasferimento della scultura a New York.

Gli avvocati del magnate affermano che il valore di Le Nez è aumentato notevolmente rispetto alla vendita originale da Sotheby’s nel 2021. Tuttavia, il mercato dell’arte, secondo il Global Art Market Report, ha subito una contrazione tra il 2021 e il 2023, soprattutto per opere sopra i 10 milioni di dollari, rendendo questa valutazione discutibile.

Il ruolo di Xiong e la presunta truffa

In tutto ciò, Sun aveva manifestato interesse a vendere Le Nez nel 2023, ma solo ed esclusivamente a un prezzo superiore ai 78,4 milioni di dollari (cifra che corrisponde a quanto l’aveva pagata, incluse le spese). Va considerato anche il ritratto di Sun nel mondo dell’arte: nella causa legale, Sun viene descritto come una figura poco esperta nel mercato dell’arte, a differenza di David Geffen, che è un collezionista affermato. Secondo questa versione, Sun non aveva familiarità con il mercato dell’arte moderna e contemporanea.

Il ruolo di Xiong nella vicenda diventa quindi cruciale: proprio per questa inesperienza, il magnate si sarebbe affidato alla consulente per consigli, ma non le avrebbe mai dato l’autorità di negoziare la vendita della scultura. Il suo unico incarico era di informarlo nel caso trovasse un acquirente disposto a pagare più di 80 milioni di dollari per l’opera di Giacometti.

La battaglia legale tra Sun e Geffen

Sun ha dichiarato di aver comprato Le Nez nel 2021 su consiglio di un consulente d’arte, ritenendo che fosse un buon momento per investire. Il magnate sostiene che Geffen è ancora in possesso della scultura e si rifiuta di restituirla. Per questo motivo, i suoi avvocati chiedono al collezionista la sua restituzione o, in alternativa, un pagamento molto elevato per il risarcimento.

Dall’altro lato, l’avvocato di Geffen, Tibor Nagy, respinge le accuse e definisce la causa un tentativo disperato e bizzarro di cambiare i fatti. Secondo l’avvocato, Sun ha accettato consapevolmente i due dipinti e i 10,5 milioni di dollari in cambio della scultura. Ora che ha provato senza successo a rivendere i dipinti, starebbe cercando di invalidare la transazione con la scusa di essere stato ingannato dalla sua stessa consulente d’arte.

La battaglia legale tra Justin Sun e David Geffen si inserisce in un panorama complesso, dove arte e finanza si intrecciano in dinamiche sempre più sofisticate. Mentre il tribunale deciderà la legittima proprietà di Le Nez, il caso solleva interrogativi sul ruolo della blockchain e delle consulenze d’arte nelle grandi transazioni.