Il linguaggio fotografico protagonista da Galleria Viasaterna

Nella collettiva da Galleria Viasaterna a Milano esposti 47 scatti che si concentrano sui soggetti considerati ordinari

Esplora le potenzialità del linguaggio fotografico la rassegna The Subject Matters negli spazi milanesi della Galleria Viasaterna. Curata da Luca Fiore, la collettiva mette in scena soggetti considerati ordinari e di minima importanza in 47 opere scattate tra il 1992 e il 2023 da cinque autori di nazionalità, storie ed esperienze diverse. I protagonisti dell’esposizione, visitabile dal 20 gennaio al 4 aprile 2025, sono infatti Guido Guidi (Italia, 1941), Gerry Johansson (Svezia, 1945), Takashi Homma (Giappone, 1962), Terri Weifenbach (Stati Uniti, 1957) e Vanessa Winship (Regno Unito, 1960).

La mostra da Galleria Viasaterna

La mostra prende spunto dalla gerarchia dei generi pittorici, il sistema di classificazione sviluppato nel Seicento che attribuiva maggiore “nobiltà” alla pittura storica e al ritratto e minore prestigio al paesaggio, alle scene di vita quotidiana e alla natura morta. A partire dalla diminuzione di questa influenza, cominciata nell’Ottocento, l’esposizione esplora il suo rovesciamento attraverso i paradigmi fotografici. In particolare, la fotografia d’autore sceglie di concentrarsi sui soggetti che la vecchia gerarchia considera appunto minori. Così, paesaggi, oggetti ordinari e frammenti di vita quotidiana appaiono, e diventano, soggetti di straordinaria potenza poetica. In questo senso, i fotografi protagonisti di The Subject Matters attraverso il loro sguardo nobilitano ciò che è apparentemente ordinario, trasformando il banale in straordinario.

Le parole del curatore Luca Fiore

«La lingua inglese, per indicare ciò che si trova davanti all’obiettivo fotografico, usa l’espressione “the subject matter”», spiega Luca Fiore, curatore della mostra. «Se usiamo questa locuzione al plurale, “the subject matters”, essa può essere tradotta anche come “il soggetto conta”. Se poi consideriamo l’ambiguità della parola “subject” – aggiunge – c’è anche un terzo modo di intendere l’espressione, nel quale la parola “soggetto” indica la persona che compie un’azione. In questo contesto, potremmo dire che tanto più i temi (subject matters) sono di poco conto, tanto più il soggetto (artist) conta. Così la scelta dell’autore di concentrarsi su ciò che prima non veniva considerato importante ha, come conseguenza, la nobilitazione di quanto si sarebbe portati a ignorare o disprezzare».

info: viasaterna.com

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