Monia Ben Hamouda vince il MAXXI BVLGARI PRIZE 2024

L'artista si è aggiudicata il MAXXI BVLGARI PRIZE 2024 «per aver affrontato il collasso dei nostri tempi con un approccio evocativo»

È Monia Ben Hamouda a vincere il prestigioso MAXXI BVLGARI PRIZE 2024 con l’opera con Theology of Collapse (The Myth of Past) I-X. L’annuncio è arrivato il 17 gennaio 2025 nel corso di una conferenza stampa al museo romano. «È stato molto complicato scegliere tra i finalisti in quanto il livello di quest’anno è estremamente elevato», ha spiegato Laura Burdese, vice Ceo di Bulgari. Monia Ben Hamouda, la prima vincitrice del premio che beneficerà di un percorso di residenza all’American Academy con il vincitore della Biennale del Whitney Museum di New York sostenuta proprio da Bulgari, faceva parte infatti di una rosa finale con Binta Diaw e Riccardo Benassi.

Oltre ai finalisti, tra i presenti in conferenza stampa figure come Aliza S. Wong, direttrice di American Academy in Rome, e alcuni membri della giuria come Andrea Lissoni, Direttore artistico della Haus der Kunst di Monaco di Baviera, Nicolas Bourriaud, Direttore del collettivo curatoriale Radicants e Direttore artistico della 15esima Biennale di Gwangju, Diana Campbell, Direttrice artistica della Samdani Art Foundation e Chief Curator Dhaka Art Summit e Ute Meta Bauer, fondatrice e Direttrice del NTU Center for Contemporary Art di Singapore e Direttrice artistica della Contemporary Art Biennale 2024 di Diriyah .

«Sono stata molto fortunata nel lavorare in questo ambiente pieno di rispetto e professionalità», ha dichiarato l’artista nel ricevere il premio, che ha concluso il proprio intervento rivolgendo un pensiero al popolo palestinese, «alla sua terra, ai suoi martiri e ai suoi sopravvissuti, sperando di vedere presto una Palestina libera». Andrea Lissoni ha annunciato la vincitrice spiegando come la giuria sia è giunta a questa scelta «per la capacità di intervenire nello spazio del museo, interagire con i materiali integrando tecnologie contemporanee e tradizionali, per aver affrontato con profondità il collasso dei nostri tempi attraverso un approccio inusuale ed evocativo».

L’opera vincitrice del MAXXI BVLGARI PRIZE 2024

Monia Ben Hamouda con Theology of Collapse (The Myth of Past) I-X vince la quarta edizione del MAXXI BVLGARI PRIZE. L’opera consiste in dieci pannelli di ferro intagliati con il laser riportano alcuni segni dipinte con spezie tra cui la paprika, l’ibisco e la cannella, che sono ispirati alla calligrafia islamica e alle moschee. Installate sulla parete di fondo della galleria, le lastre creano un effetto di collasso rievocando le profonde fragilità delle identità contemporanee. L’artista ha cercato di sfruttare lo spazio come un materiale, utilizzandolo per erigere una sorta di architettura-mausoleo che potesse rappresentare una modalità di costruzione del trauma storico con cui ci si sta confrontando in Medio Oriente in questo momento storico particolarmente intenso. L’intento era quello di creare un’opera che si situasse a metà strada tra una grande opera religiosa e un mausoleo, simbolo di decadenza e di collasso, capace di evocare la fragilità e la complessità delle dinamiche storiche e sociali in atto.

Chi è Monia Ben Hamouda

Monia Ben Hamouda, artista visiva italo-tunisina nata a Milano nel 1991 da madre italiana e padre tunisino, vive e lavora tra Milano e al-Qayrawan. Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera, la sua ricerca artistica si focalizza sulle tensioni tra iconoclastia e aniconismo, attingendo profondamente alla tradizione della calligrafia araba, influenzata dall’opera del padre, calligrafo islamico. La pratica di Ben Hamouda si distingue per l’integrazione di tecniche di produzione tecnologica e calligrafia tradizionale, esplorando temi legati alla rappresentazione e al divieto di raffigurare il volto umano o divino, centrale in alcune tradizioni religiose. Le sue opere interrogano i confini tra il figurativo e l’astratto, creando un dialogo che unisce innovazione contemporanea e radici culturali profonde.

Il suo lavoro è stato presentato in varie sedi tra cui ChertLüdde, Berlino; ASHES/ASHES, New York; Ar/Ge kunst Kunstverein, Bolzano; Jevouspropose, Zurigo; Museo Salvatore Ferragamo, Firenze; Et.Al, San Francisco; Ada, Roma; Galerie Valeria Cetraro, Parigi; Universitätssammlungen Kunst, Dresda; Alios 16me Biennale d’Art Contemporain, La Teste de Buch; Marselleria Permanent Exhibition, Milano.

Gli altri finalisti: Riccardo Benassi e Binta Diaw

Riccardo Benassi (Cremona, 1982), con ASSENZAHAH ESSENZAHAH, apre il percorso espositivo curato da Giulia Ferracci nella sala Gian Ferrari: due cani robotici posti all’interno del montacarichi del MAXXI compiono movimenti e coreografie create dall’artista. Il tutto viene accompagnato da un testo proiettato con un laser sulle pareti e un componimento musicale. L’opera invita a riflettere sull’impatto delle nuove tecnologie che entrano a far parte, sempre di più, del nostro quotidiano.

L’opera Juroom ñaar di Binta Diaw (Milano, 1995) al centro dello spazio prende ispirazione da un evento storico. Il titolo, in lingua Wolof, significa “sette” e commemora la memoria personale e collettiva proprio con sette colonne di carbone: queste vogliono rappresentare le sette donne del villaggio di Nder (Senegal) che nel 1819 decisero di togliersi la vita dandosi fuoco per evitare la schiavitù dopo l’invasione dei Mori. Un atto di sacrificio per difendere il proprio territorio e le proprie famiglie del Senegal. In questa celebrazione sulla resistenza agli abusi, contornano l’opera anche trecce di capelli, suoni e voci in lingua Wolof.

Il premio

Il MAXXI BVLGARI PRIZE è un premio a sostegno dei giovani artisti dove l’opera vincitrice ottiene il privilegio di entrare a far parte della Collezione permanente del museo MAXXI. Istituito nel 2018 grazie alla collaborazione tra il MAXXI e la maison Bulgari, il MAXXI Bulgari Prize nasce con l’intento di sostenere e valorizzare i giovani talenti della scena artistica contemporanea. Questo premio raccoglie l’eredità del precedente “Premio per la Giovane Arte” nato nel 2001, che negli anni ha dato vita al nucleo principale della collezione del museo, rappresentando un trampolino di lancio decisivo per numerosi artisti emergenti. Da quest’anno, il vincitore del premio si aggiudica anche un percorso di residenza all’American Academy  con il vincitore della Biennale del Whitney Museum di New York sostenuta proprio da Bulgari.

In quest’ultima edizione si aggiunge una novità con l’intento di celebrare opere d’arte che vogliono indagare il complesso rapporto tra arte, tecnologia e innovazione: il MAXXI BVLGARI PRIZE for Digital Art. La scelta, come ha dichiarato Laura Burdese, deriva dal fatto che “attraverso il digitale si possono aprire nuove frontiere inesplorate e totalmente inaspettate”. Se lo aggiudica, per la prima volta, Roberto Fassone con And We Thought. L’opera, esposta dal 17 al 26 gennaio 2025 nella lobby del Museo, analizza il rapporto tra arte e intelligenza artificiale, sulla capacità creativa dell’IA e sul concetto di autorialità.