È comparsa il 31 dicembre nel centro di Parigi l’opera che raffigura un’ammanettata e imbavagliata Cecilia Sala, la giornalista italiana detenuta nella prigione di Evin a Teheran dal 19 dicembre 2024. A realizzarla è stato lo street artist italiano Ozmo, al secolo Gionata Gesi, da tempo attivo a Parigi, che ha utilizzato l’intelligenza artificiale per creare un vero e proprio manifesto. L’opera, come ha spiegato l’artista all’Ansa, «non vuole rappresentare una vittima, ma una presa di coscienza».
Un’opera di denuncia
«Ho pensato questo intervento per sensibilizzare il pubblico francese e internazionale sulle violazioni dei diritti umani a cui Cecilia è sottoposta», ha affermato Ozmo all’Ansa. Come spiegato nel testo francese che accompagna il manifesto, affisso davanti al Teatro La Colline, vicino al cimitero di Père-Lachaise, si dichiara che l’intento “è portare alla luce una condizione grave e spesso ignorata”. «La mia opera denuncia una realtà di prigionia – ha aggiunto – con l’immagine di una persona ammanettata, priva di voce, come simbolo della condizione di Cecilia e di tanti altri che si oppongono ai regimi autoritari. Non un’immagine consolatoria, ma un grido di denuncia». Il manifesto, che raffigura Cecilia Sala con le mani ammanettate e il cerotto sulla bocca «vuole essere una richiesta di azione urgente per la sua liberazione e per il rispetto dei diritti umani, non solo in Iran, ma a livello globale».
Anche in Italia un murale dedicato a Cecilia Sala
Ha preceduto l’intervento parigino di pochi giorni, quello realizzato in Italia dallo street artist Drugi. È infatti comparso il 28 dicembre a Venafro, in provincia di Isernia, un murale che raffigurava la giornalista detenuta a Teheran accanto a una colomba in volo con un taccuino stretto nella zampa e una penna nel becco. Evocando la libertà di stampa, il dipinto realizzato sulla facciata della stazione ferroviaria del comune è però durato poco, perché è stato cancellato da un ignoto con uno strato di vernice bianca. La vicenda, che ha generato molte domande nell’opinione pubblica, ha innescato un dibattito in cui, tra le voci, è spiccata quella dello scrittore molisano Pier Paolo Giannubilo. Dalle sue parole, infatti, l’appello a riprodurre l’opera in tutta la regione, in modo da far sopravvivere il messaggio alla sua cancellazione.