Con il Giubileo 2025 l’arte contemporanea va in carcere

È stato annunciato il programma dedicato all'arte contemporanea per il Giubileo 2025. Il primo intervento è di Marinella Senatore a Rebibbia

Con il Giubileo 2025 alle porte, anche l’arte contemporanea è stata annunciata tra i protagonisti dell’Anno Santo. A meno di un mese dalla chiusura del padiglione del Vaticano alla Biennale di Venezia, il Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede ha infatti annunciato in conferenza stampa il suo programma d’arte contemporanea per il Giubileo, che prenderà le mosse dalle carceri. Il primo intervento sarà proprio il 26 dicembre nella Casa circondariale di Rebibbia, in occasione dell’apertura della seconda Porta Santa da parte di papa Francesco, collocata per sua scelta nel carcere romano.

Il primo progetto, esposto dal 21 dicembre a metà febbraio 2025, sarà l’installazione di Marinella Senatore Io contengo moltitudini. L’opera, esito di un processo partecipativo con la comunità carceraria, consiste in una nuova edizione del progetto presentato a Napoli nella rotonda di Piazzale Diaz: si trattava di una struttura verticale autoportante, alta circa 6 metri e dal diametro di circa 3, composta da luminarie che riportano frasi in diverse lingue e dialetti selezionate tra quelle scritte da detenuti della sezione maschile e femminile in seguito ad un workshop per circa 60 partecipanti. «Nella mia pratica – ha spiegato l’artista – le opere sono innanzitutto esperienze condivise e trasformative, riflesso del mio impegno continuo nella partecipazione attiva e nella collaborazione collettiva».

Il progetto d’arte contemporanea del Giubileo 2025 è curato da Cristiana Perrella, che è stata incaricata anche per curare il programma del 2025 di “Conciliazione 5”, il nuovo spazio espositivo del Dicastero per la Cultura e l’Educazione aperto 24 ore su 24 su via della Conciliazione. «È un grande onore e un grande felicità per me – ha commentato Perrella – aver ricevuto l’incarico di curare, durante il Giubileo, un progetto come questo, che nasce da una piena fiducia nell’arte e nella sua possibilità di misurarsi sui grandi temi del presente in modo libero e profondo, generando cambiamento». In occasione del Giubileo degli Artisti (15-18 febbraio 2025) si comincerà con un intervento del pittore cinese Yan Pei-Ming, che realizzerà un corpus di nuovi lavori sul carcere di Regina Coeli.

Il lancio del progetto ha rappresentato l’occasione per rimarcare l’attenzione data da papa Francesco al mondo carcerario. «Talvolta l’arte viene considerata un lusso destinato al godimento di pochi. Invece l’arte porta in sé un desiderio più grande: vuole pensare e specchiare la condizione umana di tutti – ha dichiarato il Prefetto del Dicastero, il cardinale Josè Tolentino de Mendonça – vuole sorprendere per la sua straordinaria capacità di interessarsi di tutto quello che è umano. Per questo, sono importantissime le esperienze che portano la produzione artistica contemporanea in luoghi sensibili dell’esistenza, dove si toccano con mano le nude domande. Le carceri sono luoghi così. L’arte può essere voce e volto dei drammi che rimangono di solito invisibili e può rendere le società più consapevoli della loro altissima responsabilità, che è sempre una responsabilità che ci obbliga ad una cittadinanza attiva e condivisa».