Una nuova ala tutta contemporanea firmata dall’architetta messicana Frida Escobedo rinnoverà il Met. Superati i 150 anni di storia, il museo su Fifth Avenue vedrà i propri spazi ampliati quasi del 50% ospitando la collezione dedicata all’arte del XX e XXI secolo. La grande novità del progetto, che si estenderà su una superficie di circa 6.500 metri quadrati, è che rappresenta la prima occasione in cui è una donna a disegnare una sezione del museo. Un fatto «storico», come lo ha definito Laurie Cumbo, assessora alla cultura della città di New York.
Dal Centre Pompidou al Met: il progetto di Frida Escobedo
Lo spazio si integrerà con l’architettura del museo e con il contesto circostante di Central Park, oltre che con la diversità delle collezioni ospitate nella struttura. In particolare, oltre a rispondere alle nuove esigenze in quanto ad accessibilità e sostenibilità, la nuova ala non amplierà il perimetro originale del Met e non supererà l’altezza dell’ala centrale, risalente al 1880. L’obiettivo del progetto, che prevede grandi vetrate con vista sullo skyline newyorkese e l’ampliamento della terrazza espositiva, è infatti quello di recuperare spazi già presenti e attualmente adibiti a uffici e magazzini. A intervenire sullo spazio del Met sarà l’architetta Frida Escobedo, impegnata anche nel rinnovo del Centre Pompidou di Parigi. A proposito del museo newyorkese, l’architetta ha affermato che «sembra una città medievale, con piazze e vicoli dove ti puoi perdere. È affascinate e al tempo stesso disorientante».
Il nuovo spazio, il cui progetto vede tra i partner anche Beyer Blinder Belle Architects & Planners LLC, Nelson Byrd Woltz Landscape Architects e le società di ingegneria Kohler Ronan e Thornton Tomasetti, aprirà nel 2030, oltre a generare circa 4.000 posti di lavoro. In particolare, nella costruzione si punterà a una partecipazione del 30-40% di aziende appartenenti a minoranze e donne. L’ultimo tentativo di rinnovamento del Met risale al 2015, quando era stato affidato al designer britannico David Chipperfield, ma il progetto aveva finito per arenarsi tra difficoltà economiche e aumento dei costi da sostenere per i lavori.
Il mecenatismo alle radici del progetto
La nuova alla sarà dedicata ai mecenati Oscar Tang e Agnes Hsu-Tang, che nel 2021 avevano donato 125 milioni di dollari a favore dell’ampliamento, raccontandolo come «un’opportunità per raccontare storie visive attraverso il tempo, la geografia e le culture». La loro donazione è stata un punto di partenza perché il progetto prendesse il via, mentre a maggio 2024 il museo aveva annunciato un nuovo traguardo importante: ben 550 milioni di dollari sono stati infatti raccolti in donazioni private.