Triennale Milano e Fondation Cartier raccontano “Il nostro tempo”

Presentata negli spazi di Triennale Milano la mostra realizzata con la fondazione parigina e dedicata al cinema d'autore. Previsto un ampio programma collaterale

La settima arte ha invaso gli spazi di Triennale Milano, che ha presentato la mostra Il Nostro Tempo, CinéFondationCartier, un’esposizione dedicata alle specificità del linguaggio cinematografico realizzata con Fondation Cartier pour l’art contemporain. Aperta al pubblico dal 12 dicembre 2024 al 16 marzo 2025, la rassegna sarà accompagnata da un programma quotidiano di proiezioni e incontri realizzato con la Fondazione Piccolo America-Cinema Troisi, che si svolgeranno proprio nello spazio espositivo. Ma non solo, perché per l’intera durata della mostra sono previste le Cinema Night, una serie di appuntamenti con grandi protagonisti del mondo del cinema contemporaneo che metterà a fuoco le questioni esplorate nell’esposizione.

L’intero programma, che coniuga l’interesse trentennale di Fondation Cartier per il cinema e l’intento di Triennale Milano di aprire un progetto sulla produzione cinematografica e sulla sua capacità di contaminazione, è stato presentato l’11 dicembre in presenza del presidente di Triennale Milano Stefano Boeri, la curatrice della mostra Chiara Agradi, il curatore d’arte contemporanea e del public program di Triennale Milano Damiano Gullì, la scrittrice e regista Paz Encina e dei registi Jonathan Vinel e Andrei Ujica. L’incontro è stato moderato dalla giornalista e critica cinematografica Chiara Spagnoli Gabardi.

Il Nostro Tempo presentato in Triennale Milano

«È un progetto che fa la storia», ha dichiarato Stefano Boeri nell’inaugurare la conferenza stampa di apertura della mostra realizzata con Fondation Cartier. «Tra gli aspetti della rassegna, quello davvero importante è che si è sperimentato un modo di portare il cinema in una galleria espositiva, peraltro in maniera sperimentale – ha aggiunto – e la conclusione è qualcosa di unico. Per noi è importante portare in Triennale il cinema, mettendo in discussione i contenuti e le espressioni che questo edificio ospita».

Accanto agli artisti presenti, che hanno raccontato i loro lavori in mostra, è intervenuta la curatrice Chiara Agradi. «L’esposizione è il riflesso della curiosità che Fondation Cartier nutre da quarant’anni nei confronti del cinema, che si è concretizzata anche nel rapporto con gli artisti», ha dichiarato. A proposito del titolo della mostra, il cui allestimento immersivo è stato realizzato da Bunker arc, la curatrice ha affermato che esso «nasce dalla constatazione di un’evidenza, perché tutti gli artisti posano lo sguardo sulla storia e passato prossimi, consentendo dunque di percepire le contraddizioni del mondo. Di fronte ad esse, però, c’è sempre spazio nei lavori presentati per la speranza e la bellezza».

Se lo sguardo di Fondation Cartier verso il cinema ha una storia di quarant’anni, anche Triennale, nel sostenerlo, si inserisce in questa storia. In conferenza, infatti, Damiano Gullì ha ricordato come in diverse occasioni l’istituzione abbia creato spazio per la settima arte. Ora, con la mostra, Gullì ha affermato che l’intento è proprio quello di «riportare il cinema in Triennale, sia con l’esposizione che con gli incontri e le rassegne, che saranno gratuiti, in modo da animare gli spazi dell’istituzione».

Una mostra che racconta «tanti tempi»

Alla domanda su quale sia il nostro tempo, quantomeno quello risultato dalla mostra, la curatrice Chiara Agradi risponde che in essa ci sono «tanti tempi», tante storie e linguaggi differenti che raccontano porzioni di mondo. Il Nostro Tempo, CinéFondationCartier espone infatti le opere cinematografiche in proiezione continua di artisti e registi di formazione, età ed esperienze diverse, che offrono la loro personale riflessione sul presente e sul passato. La mostra è dunque strutturata come un percorso scandito da incontri con opere dense di poesia e lirismo, animate dal desiderio di esprimere il mondo attraverso le immagini in movimento.

In particolare, vengono proposte le opere cinematografiche di dodici artisti, alcune delle quali presentate per la prima volta in Italia: A Queda do Céu (La Caduta del Cielo) (2024) di Gabriela Carneiro da Cunha e Eryk Rocha, Au Bonheur des Maths (Il piacere della matematica) (2011) di Raymond Depardon e Claudine Nougaret, El Aroma del Viento (L’aroma del vento) (2019) di Paz Encina, Mãri hi (L’albero del sogno) (2023) di Morzaniel Ɨramari, Decades Apart (A decenni di distanza), (2017) di PARKing CHANce, Notre Siècle (Il nostro secolo) (1982) e Vie (Vita) (1993) di Artavazd Pelechian, Nicolae Ceausescu: un’autobiografia (2010) di Andrei Ujica, Le Triptyque de Noirmoutier (2004-2005) di Agnès Varda, Martin Pleure (Martin Piange) (2017) di Jonathan Vinel e 15 Hours (15 ore) (2017) di Wang Bing.

I film posano lo sguardo sulle contraddizioni del mondo contemporaneo, evidenziando la fragilità di sistemi divisi dai conflitti e in cui, tuttavia, la bellezza e la speranza trovano modo di esprimersi e opporre resistenza. Il Nostro Tempo, CinéFondationCartier è un percorso attraverso immagini intime e universali, un avvicendarsi incalzante di astronauti nello spazio, neonati, scienziati, dittatori, Triennale Milano città industrializzate e foreste incontaminate, spiagge selvagge e fabbriche alienanti. Paesaggi intimi e universali si fondono in un’orchestra di immagini in movimento, e ciascuno degli artisti svolge un ruolo nella scrittura della storia collettiva, portando la propria esperienza del mondo. Alcuni di questi film appartengono alla collezione della Fondation Cartier, altri sono stati presentati nell’ambito della sua programmazione o prodotti grazie al suo sostegno.

La mostra è concepita come un percorso sensoriale che valorizza le qualità tecniche ed estetiche delle opere cinematografiche. Dai cortometraggi ai formati eccezionalmente lunghi, la successione dei film negli spazi di Triennale, orchestrati da bunker arc, Milano, restituisce un luogo pensato per accogliere il pubblico e farlo interagire con l’esperienza del cinema in modo alternativo, scardinando le regole classiche del percorso museale e incoraggiando i visitatori a fermarsi, trattenersi e ritornare. Il percorso riflette l’architettura relazionale nella quale sono presentate le opere: attingendo alla luce, al buio e al movimento come elementi chiave del mezzo cinematografico, ogni film introduce il successivo o richiama il precedente, invitando i visitatori a costruire il proprio percorso, senza alcun vincolo.

Triennale Milano si apre alla città

Il focus sul cinema d’autore realizzato da Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain non si ferma al percorso espositivo. Per l’intera durata della mostra è previsto infatti, oltre al programma di rassegne cinematografiche e incontri organizzato con la Fondazione Piccolo America – Cinema Troisi, un calendario di incontri aperti al pubblico e ad ingresso libero, con i grandi protagonisti del mondo del cinema contemporaneo. Si tratta di Cinema Night, una serie di eventi organizzati in diversi spazi di Triennale che offrono al pubblico la possibilità di incontrare noti registi e di approfondire le tematiche esplorate dai film presenti in mostra.

Ciascuna delle Cinema Night inaugura una rassegna cinematografica tematica nella sala cinema all’interno dello spazio espositivo: Le storie nella storia: cinema e immagini d’archivio, Rural, I quattro elementi: quattro film di Werner Herzog, I see myself, other see me: società e desiderio di riconoscimento, I penultimi del mondo, Sotto lo stesso cielo. Questa sequenza dinamica di conversazioni e rassegne invita gli visitatori a ritornare più volte e nutre la mostra di prospettive inedite e opportunità uniche di incontri e dialogo. Si comincia il 13 dicembre, quando la prima Cinema Night vedrà protagonisti i registi Andrei Ujica e Pietro Marcello. L’incontro inaugura la rassegna cinematografica Le storie nella storia: cinema e immagini d’archivio, che si svolgerà dal 14 dicembre 2024 al 7 gennaio 2025.