Aprirà il 17 ottobre la nuova collettiva pensata per gli spazi di AlbumArte a Roma. In esposizione fino al 9 novembre 2024, La forma solida del paesaggio è l’esito di una collaborazione tra il centro per la ricerca artistica indipendente di Roma e SAC-Sant Andreu Contemporani, programma pubblico dedicato all’arte emergente nel Distretto di Sant Andreu (Barcellona). La mostra è a cura di Benedetta Casini, curatrice vincitrice dell’International Curatorial Residency Program, programma di residenze del Sant Andreu Contemporaneo diretto a curatori e curatrici internazionali, co-organizzato con l’Instituto Ramón Llull, in collaborazione con Fabra i Coats – Fabrica di Creazione di Barcellona.

Dopo un mese di residenza della curatrice a Barcellona, negli spazi di Fabra i Coats, e a seguito della partecipazione alle attività della giuria del Miquel Casablancas Award Visual Arts Competition, diretto ad artisti residenti in Spagna, la curatrice Benedetta Casini ha selezionato per la mostra romana quattro progetti artistici. I protagonisti dell’esposizione sono Judit Bou, Marta R Chust e Roc Domingo Puig, Albert Gironès, Laura Palau, che da AlbumArte presentano fotografie, video-istallazioni e sculture in stretto dialogo fra loro.
Ad unire le ricerche degli artisti è l’attenzione per il paesaggio rurale, indagato nella sua dimensione più concreta. Ad accomunarli è infatti un preciso tratto biografico, che li vede legati o per nascita o per origine a luoghi “minori”, zone agricole del territorio catalano rimesse al centro della discussione dalla pandemia Covid-19. Gli artisti si impegnano a risignificarle attraverso azioni ravvicinate e circoscritte, decostruendo la genericità della prospettiva urbana che relega la campagna alternativamente a luogo di mancato sviluppo o a mero buen retiro. Nel farlo si attivano relazioni e confronti intergenerazionali in cui emerge l’urgenza di intendere la ruralità innanzitutto come posizione politica.
Alla visione del paesaggio rurale inteso come locus amoenus, gli artisti in mostra contrappongono un approccio investigativo, una prossimità chirurgica tesa a ricucire la ferita profonda fra uomo e natura. Non immagine pittoresca costruita artificialmente per il consumo cittadino, ma territorio vivo segnato da trasformazioni e tensioni sostanziali. Sullo sfondo di una contemporaneità attraversata da un generico sentimento ecologista, i lavori esposti indagano un paesaggio solido, tangibile, su cui gli artisti si ripiegano in atteggiamento fusionale. Alla contemplazione subentra l’azione, al discorso, la tecnica: per ritrovare la natura è necessario non solo osservarla, ma toccarla con mano, agire in essa.

info: albumarte.org