Martedì 24 settembre verrà assegnato a Peter Greenway il prestigioso riconoscimento cinematografico Stella della Mole, rinomato simbolo del Torino Film Festival, mette in relazione il passato del capoluogo piemontese con il suo futuro. Autore di film come I misteri del giardino di Compton House (1982), Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante (1989), L’ultima tempesta (1991) e la trilogia Le valigie di Tulse Luper (2003), il grande regista è sempre riuscito a trasportare l’arte pittorica nei suoi lavori attraverso cui offre una riflessione profonda sul ruolo dell’arte visiva nel cinema contemporaneo, molto più importante rispetto all’intreccio narrativo e alla spettacolarità.

Il ricordo della Mole è sempre rimasto vivido nel suo cuore, al punto di trasformarsi quasi un’ossessione. “In che modo la Mole Antonelliana echeggia il cinema, se pensiamo che l’edificio venne terminato nel 1889 in Italia, ovvero sette anni prima che il cinema fosse inventato in Francia, nel 1895?“, racconta Peter Greenaway. “Sono passati quasi trent’anni da quando il regista è entrato per la prima volta nella Mole Antonelliana – sottolinea Enzo Ghigo presidente del Museo Nazionale del Cinema -. In questi decenni, il monumento simbolo di Torino è diventato uno dei musei più importanti al mondo, è stato visitato da milioni di persone e ha ospitato molte delle star più importanti del cinema di tutti i tempi”.

L’ampio omaggio del Museo Nazionale del Cinema a Greenaway prevede, oltre la consegna del premio, una live performance di Peter e Pip Greenaway che include il reading di una selezione di 30 racconti brevi scritti dal regista e mai pubblicati, raccolti nel libro He Read Deep Into The Night.
