Ai Weiwei, a Bologna una grande retrospettiva dell’artista cinese

Negli spazi di Palazzo Fava oltre 50 opere ripercorrono la carriera di Ai Weiwei, mettendone a fuoco i temi ricorrenti

Palazzo Fava

Bologna

Per la prima volta l’artista-attivista cinese Ai Weiwei approda a Bologna con una personale. La mostra è l’esito dell’intervento che aveva animato, all’inizio del 2024, gli schermi pubblici di tutto il mondo, nel quale l’artista aveva rivolto 81 domande esistenziali all’intelligenza artificiale. Tra queste, Ai Weiwei. Who am I?, diventata poi il titolo della rassegna bolognese, inaugurata il 21 settembre a Palazzo Fava. Curata da Arturo Galansino e realizzata da Opera Laboratori con la collaborazione di Galleria Continua, la mostra è già stata al centro di una vicenda di cronaca, con la distruzione di Porcelain Cube da parte di un uomo noto per i suoi atti di sfregio di opere d’arte. La rassegna rimarrà aperta al pubblico fino al 4 maggio 2025.

Con una selezione di oltre 50 opere tra installazioni di grandi dimensioni, video, fotografie e sculture, la retrospettiva esamina l’universo dell’artista attraverso le sue tematiche ricorrenti, come la libertà di espressione e di informazione, i diritti umani e civili, le migrazioni, oltre alle crisi geopolitiche e ai cambiamenti climatici. In più, il percorso espositivo genera un cortocircuito con il luogo che lo ospita, dando forma a un dialogo tra Oriente e Occidente, oltre che tra presente e passato.

Molte le opere presenti che hanno reso l’artista celebre nel mondo, come il trittico fotografico Dropping a Han Dynasty Urn, una ripresa dell’artista mentre distrugge un vaso di circa duemila anni fa, esposta insieme ai suoi resti. Pensata come critica alla cancellazione della memoria storica in Cina nella seconda metà del secolo scorso, l’opera è accompagnato da Han Dynasty Urn with Coca Cola, una riflessione sul capitalismo che evoca Andy Warhol e Marcel Duchamp. Tra gli altri lavori approdati a Palazzo Fava, anche Odissey, il tributo dell’artista alle migrazioni nel Mediterraneo.

La mostra è promossa da Fondazione Carisbo nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

info: geniusbononiae.it

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