Per la prima volta con una personale in Italia, l’artista berlinese Christopher Lehmpfuhl espone le proprie opere negli spazi dell’Art Forum Würth Capena. In mostra dal 16 settembre 2024 al 4 ottobre 2025, Pathos und Pastos. Christopher Lehmpfuhl nella Collezione Würth include oltre 40 opere dell’artista, la cui produzione si caratterizza per l’approccio immersivo ai paesaggi e, al tempo stesso, per l’investimento emotivo che permea i dipinti.
Tra Impressionismo ed Espressionismo
Pittore en plein air, Lehmpfuhl coniuga la maniera pittorica impressionista, che nei suoi lavori si esprime anche attraverso il tentativo di cogliere l’effimero della luce all’aperto, alla poetica espressionista. I luoghi rappresentati, infatti, non appaiono nei dipinti nella loro oggettività, ma sono trasformati sulla tela in spazi dell’interiorità. Da qui, le scultoree rappresentazioni urbane e i luminosi paesaggi naturali dei viaggi compiuti in diverse parti del mondo (India, Islanda, Italia) offrono uno sguardo sulla storia della pittura contenuta nelle opere dell’artista.

Ogni creazione di Christopher Lehmpfuhl – di cui il Prof. Dr. h. C. mult Reinhold Würth è tra i principali collezionisti – contiene litri di una vernice pastosa, grumi di materia stesi manualmente. Un gesto significativo che apporta lirismo alle sue tele, che fanno appello alle emozioni fino a scuotere chi le guarda. Proprio da qui il riferimento, nel titolo della mostra, al Pathos con cui Aristotele designava uno dei tre pilastri della persuasione: in questo caso, il modo in cui l’opera d’arte influenza lo spettatore, lo commuove e lo interroga.
Le opere di Christopher Lehmpfuhl in mostra a Capena
Nella selezione delle opere esposte convivono paesaggi urbani (tra i più celebri quelli incentrati sulla nativa Berlino, inesauribile fonte d’ispirazione per l’autore) e dipinti di viaggio. Le condizioni atmosferiche sono una parte essenziale del suo lavoro e influenzano sia il materiale che il pittore. Lontano dall’idillio da cartolina, Lehmpfuhl registra i cambiamenti negli spazi pubblici durante le attività di costruzione: gru edili e rovine incombono nel suo lavoro. Per decenni, ha catturato su tela luoghi emblematici come il Castello di Berlino, creando opere che mostrano una situazione e al contempo trasmettendo una sensazione.



In mostra è presente anche una selezione di opere del ciclo Neue Heimat, di proprietà dell’artista. Questo ciclo, carico di memoria e significato personale, rappresenta il processo di elaborazione del lutto per la morte dei genitori. Si distingue notevolmente dagli altri lavori in quanto realizzato in bianco e nero, dipinto in atelier con il pennello, e basato su fotografie del padre.
La mostra è accompagnata dal catalogo edito da Swiridoff con la prefazione di C. Sylvia Weber, direttrice della Collezione Würth, i saggi di Thomas Gädeke, Susanne Zargar Swiridoff e Kirsten Fiege e il contributo dell’artista.
info: wuerth.it