Fin dal Rinascimento, le grandi famiglie vinicole hanno commissionato importanti opere artistiche e allestito mostre, trasformando le proprie cantine in spazi espositivi e rendendo il rapporto tra arte e vino un bino – mio che da sempre fa parte dell’immaginario comune del territorio italiano. In questa tradizione rientra anche quella delle Cantine Bosca, casa spumantiera fondata a Canelli, in provincia di Asti, nel 1831 da Pietro Bosca, ancora oggi gestita dai suoi eredi: Polina, Pia e Gigi. «Tutto nasce da un territorio, il Monferrato, da una città, Canelli, e da una tradizione storica, familiare e industriale che da sei generazioni è parte del nostro DNA», racconta Polina Bosca.
L’arte è sempre stata di grande interesse per l’intera famiglia, già negli anni Ottanta mecenate di artisti presenti in Piemonte, tra cui Paulucci, Cremona, Guglielminetti e Soffiantino, di cui possiede una piccola collezione. Il raggiungimento della consapevolezza dell’importanza della sinergia tra vino e cultura, si è verificato nel 2014, quando le Cattedrali Sotterranee, ovvero le cantine storiche di Canelli, sono divenute Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco: «Nostro padre, Luigiterzo, è stato tra i promotori della nomina – afferma la Bosca – di cui quest’anno ricorre il decennale, come 50° sito italiano, I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe, Roero e Monferrato. Le Cattedrali Sotterranee Bosca, tra le più antiche, sono uno dei tesori più preziosi e nascosti di questo territorio: si tratta di ampi spazi scavati nel tufo e ricoperti da mattoni faccia vista, modellati secondo le esigenze dei procedimenti di lavorazione dello spumante, che nasce proprio a Canelli a metà Ottocento. Per visitarle si attraversa un percorso suggestivo, in cui si incrociano interventi contemporanei, come l’installazione La Piramide dei Sogni di Eugenio Guglielminetti, un’opera di Paolo Spinoglio e un gioco unico di luci voluto da Bosca – l’azienda è stata nello Steering Committee dell’International Day of Light dell’Unesco nel 2015 – che contribuisce ad amplificare l’espe- rienza di visita, coinvolgendo tutti i sensi». «Puritas et Cura».
Lo storico motto della famiglia simboleggia la personalità di ciascun membro, che si trasferisce nella produzione, nella passione e nell’originalità del loro lavoro: le stesse caratte- ristiche che emergono in PALAZZOIRREALE, il nuovo percorso delle cantine che incrocia l’arte contemporanea. Dopo il restauro e l’inserimento di nuovi contenuti nelle Cattedrali Sotterranee, infatti, hanno aperto all’arte contemporanea anche gli spazi del loro vecchio stabilimento: il percorso che stanno intraprendendo comporta sia il recupero dell’architettura industriale della struttura liberty che la proposta di progetti site-specific. «Con Bosca – racconta Diana Berti, project manager del progetto – abbiamo immaginato un programma a sostegno dell’arte contemporanea che intensifichi il messaggio culturale dell’azienda e del territorio del Monferrato attraverso il supporto nella produzione artistica, la creazione di una collezione permanente e il coinvolgimento attivo del pubblico con programmazioni espositive annuali.
Un ulteriore sviluppo prevede la volontà di realizzare un archivio fotografico fatto di scatti d’autore, che avranno il compito di tracciare un racconto identitario, documentando nel tempo l’evoluzione del progetto e dei luoghi. In futuro, uno degli obiettivi è la creazione di una fondazione per rafforzare la passione di Bosca attraverso la fruizione pubblica di un bene privato, svolgendo attività di divulgazione culturale. L’idea è creare uno spazio che possa attrarre giovani e rinomati artisti, italiani e stranieri, che dialoghino con il territorio e la sua storia, ma al contempo far vivere alla popolazione e ai visitatori questi luoghi unici».
Il primo artista scelto per questo progetto è Patrick Tuttofuoco: «Nell’avviare un programma d’arte in un territorio più remoto in termini di imprese culturali, come quello del Monferrato, abbiamo riscontrato la necessità di intraprendere un percorso che potesse unire ricerca, riconoscibilità di linguaggio e sensibilità verso i temi legati ai processi naturali su cui l’azienda punta», afferma Giorgio Galotti, curatore del progetto. «Patrick nel suo lungo percorso ha tracciato una linea di congiunzione tra questi aspetti, oltre al rapporto di stima stabilito con lui nel tempo. Infine, il fatto che le radici del suo lavoro ruotino intorno alla luce ha convinto immediatamente la famiglia Bosca, dato il loro ruolo nello Steering Committee dell’International day of light dell’Unesco. Il suo intervento, infatti, parte da una nuova produzione immaginata per il tetto dell’edificio, che si rivolge al territorio circostante come simbolo universale e punto cardinale del percorso espositivo, che per questa occasione si concentra sugli spazi storici della linea di produzione dell’azienda». «La nostra volontà – conclude Polina Bosca – è aprire nel Monferrato un centro di arte contemporanea, stimolando il territorio e coinvolgendo la comunità attraverso la cul- tura. L’arte contemporanea, inserita in contesti unici, in cui l’ambiente si fonde con la provocazione intellettuale, suscita emozioni che rispecchiano la visione della nostra azienda: bollicine controcorrente dal 1831».
L’articolo è stato pubblicato su Inside Art #132.