Il Salvator Mundi di Leonardo presto in Arabia Saudita

Il capolavoro vinciano acquistato all'asta nel 2017 da un intermediario del principe saudita Mohammed bin Salman, arriverà presto in un "Louvre saudita"

Il Salvator Mundi dipinto attribuito a Leonardo da Vinci, è anche conosciuto per essere l’opera d’arte più costosa mai venduta. Secondo alcune fonti, dopo l’acquisto in un’asta Christie’s nel 2017, il dipinto è stato portato in Arabia Saudita e si troverebbe a bordo dello yacht di lusso Serene, di proprietà del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman che avrebbe acquistato il capolavoro. Tuttavia, da quel momento, l’opera non è mai stata esposta pubblicamente, questione che rende la vicenda davvero misteriosa.

Poco dopo l’acquisizione, l’Arabia Saudita avrebbe annunciato piani per esporre il quadro in un nuovo museo a Neom, una città futuristica che si sta sviluppando nel nord-ovest del paese, ma i dettagli su questi sono rimasti incerti in tutti questi anni. Bernard Haykel, professore di studi del Vicino Oriente alla Princeton University e amico del principe saudita, avrebbe confermato le intenzioni di quest’ultimo sulla costruzione di un museo molto grande a Riyadh, «con un oggetto di riferimento che attragga le persone, proprio come fa la Monna Lisa». L’articolo è stato scritto da Jonathan Rugman, produttore consulente del documentario della BBC The Kingdom: The world’s most Powerful Prince del 2024. Rugman ha concluso che l’acquisto del Salvator Mundi da parte di Mohammed bin Salman «ci dice molto su come pensa e sulla sua volontà di essere un azzardo, senza paura di essere fuori passo con la società religiosamente conservatrice che governa».

Per la costruzione di un nuovo Louvre fra le sabbie del deserto, Salman avrebbe invitato a Riad importanti esperti d’arte occidentali: tra questi la britannica Iwona Blazwick, ex direttrice della Whitechapel Gallery di London, e, più di recente, l’ex direttore del British Museum Hartwig Fischer, dimissionario dopo lo scandalo scoppiato la scorsa estate per le migliaia di oggetti rubati sotto la sua sorveglianza da un ex curatore. Proprio a luglio la Commissione Saudita per i Musei ha annunciato la nomina del 61enne storico dell’arte tedesco a direttore fondatore di un nuovo museo delle culture del mondo che dovrebbe aprire a Riad nel 2026. Inoltre Martin Kemp, lo storico dell’arte al quale si deve l’attribuzione a Leonardo da Vinci, ha affermato di essere stato invitato a discutere del progetto, destinato a essere realizzato in due anni.

La storia del Salvator Mundi

Il Salvator Mundi è un dipinto a a olio su tavola attribuito a Leonardo da Vinci o secondo parte della critica al suo atelier, databile tra il 1505 e il 1515 circa. L’artista lo avrebbe realizzato poco prima di abbandonare Milano per la caduta degli Sforza e il successo dell’opera, di cui per secoli si sono perse le tracce, è dovuta proprio alle numerose copie che avrebbero reso per anni impossibile, la ricerca e il ritrovamento dell’originale. Viene identificato anche come versione Cook dal cognome della famiglia che nel corso del ‘900 ha posseduto l’opera, proprio per distinguerlo dalle numerose versioni conosciute dello stesso soggetto.

Il dipinto è stato reso noto al pubblico solo nel 2011, in occasione di una mostra alla National Gallery di Londra Leonardo da Vinci: Painter at the Court of Milan in cui è stato presentato dopo il restauro da parte di Dianne Dwyer Modestini, la quale ha eliminato vecchie ridipinture e ripristinato aree particolarmente compromesse. L’opera era ridotta in cattivo stato, offuscata da ridipinture antiche e vernici che dettero l’impressione di trovarsi di fronte un lavoro di bottega. Durante il restauro è emersa una qualità pittorica ben superiore alle aspettative con una ricchezza cromatica del tutto paragonabile a quella di altri capolavori vinciani, come l’Ultima Cena o la Vergine delle Rocce.

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