In oltre trent’anni di carriera, l’artista messicano Javier Marín ha costantemente intrecciato nella sua produzione, che spazia dalla scultura al disegno e alla pittura, temi di ispirazione preispanica a forme e linguaggi propri del manierismo toscano e del barocco romano, rendendo omaggio alla cultura e alla storia dell’arte italiana. Così, l’artista originario di Uruapan approda a Roma con una mostra dislocata in due spazi espositivi, a Palazzo delle Esposizioni e al Museo Nazionale Romano, in particolare alle Terme di Diocleziano.
Javier Marín: un dialogo con l’arte italiana
La rassegna racconta il percorso dell’artista e la sua ricerca, dalle prime esperienze di scultura monumentale – realizzate con materiali come la terra rossa di Oxaca o il bronzo lavorato nelle fonderie messicane – alle nuove sperimentazioni in resina riciclata, ottenute attraverso immagini digitali o utilizzando stampanti 3D. Dal titolo MATERIAE, l’esposizione è a cura di Laura González Flores e sarà aperta al pubblico dal 3 luglio al 6 ottobre 2024.


Le opere di Marín sono frutto del dialogo tra la cultura di provenienza e le esperienze artistiche italiane. In particolare, della cultura e della storia messicana, l’artista indaga, con spirito critico e al tempo stesso con fiducia, le vicende dei secoli XVI e XVII. In questo senso, MATERIAE è una raccolta di opere che narra, nel suo insieme, le diverse direzioni intraprese da Marín con la sua ricerca. Corpi senza peso e flessibili, forme carnose, esuberanti e in tensione, trovano un’espressione inedita attraverso l’impiego di nuovi materiali, supporti e formati: oltre al marmo e al legno, il disegno digitale, la pittura, la resina poliestere e l’arazzo.
Sperimentale e riflessiva, la ricerca creativa di Javier Marín utilizza la materia come mezzo per interrogare le possibilità dell’arte di oggi, interrogandosi sulle possibilità di disegnare espandendosi nello spazio fisico utilizzando le risorse attuali o di scolpire nello spazio virtuale dello schermo, ma chiedendosi anche come si possa integrare la casualità dei numeri o l’intelligenza artificiale nella creazione artistica. A queste domande l’artista risponde cancellando le differenze tra generi e modi di produzione, muovendosi da un materiale all’altro: dalla grafica alla pittura e alla scultura, dall’analogico al digitale, dallo spazio fisico reale a quello virtuale dello schermo. Con uno sguardo pienamente postmoderno, pratica un’arte spaziale transmediale ed esplora, oltre la scultura, nuove dimensioni.


“MATERIAE”: i luoghi della mostra
Simultaneamente in due sedi, la mostra consente al pubblico di fare esperienza del processo di lavoro di Javier Marín, dalla preparazione attraverso il disegno, sino alla trasformazione in sculture e arazzi monumentali. A Palazzo Esposizioni Roma è presentata la produzione più recente, incentrata sull’utilizzo delle nuove tecnologie e sul tema della sostenibilità ambientale sviluppato grazie al riutilizzo di resine di scarto derivate da produzione industriale. Sono esposte 35 opere realizzate in resina poliestere amaranto, legno, arazzi, tessuti, stampe digitali e video.
Nelle aule delle Terme di Diocleziano è collocata invece la monumentale Columna. Di oltre 8 metri di altezza e realizzata nel 2004, l’opera è interamente composta da frammenti scultorei di corpi in resina, innalzata su un basamento in legno concepito come un’antica base di colonna romana. Accanto a questa sono presenti 6 sculture in bronzo e arazzi realizzati con disegni dell’artista, eseguiti con metodi tradizionali di tessitura della zona dello Yucatan.

Promossa dal Ministero della Cultura, dalla Direzione Generale Musei, dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e dall’Azienda Speciale Palaexpo, con il patrocinio dell’Ambasciata del Messico in Italia, con gli auspici della Presidenza Commissione Cultura, Camera dei deputati, la mostra è realizzata in collaborazione con la Fondazione Javier Marín, la Galleria Terreno Baldio Arte e la Galleria Barbara Paci.