La realtà virtuale protagonista al MAXXI L’Aquila con il progetto di Carola Bonfili

L'esposizione dell'artista romana prende posto nella project room di MAXXI L'Aquila e unisce diversi media nel racconto del "pensiero magico"

Ha preso il via al MAXXI L’Aquila una nuova mostra all’insegna della realtà virtuale. Si tratta di Second Order Reality, un’esposizione ospitata nella project room di Palazzo Ardinghelli in cui Carola Bonfili esplora le possibilità di costruire nuove narrazioni ricorrendo a media diversi. Primo tra tutti, appunto, la realtà virtuale. A cura di Ilaria Gianni e Daniela Cotimbo, il progetto è stato realizzato con il sostegno dell’edizione 2022 – la nona – dell’Italian Council, il programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, e sarà visitabile fino al 28 luglio 2024. In più, il progetto entrerà a far parte della Collezione arte del MAXXI, spazio di destinazione delle opere e di valorizzazione della creatività italiana nelle arti visive.

Promosso dalla Fondazione smART e presentato già negli scorsi mesi in anteprima a Barcellona e poi a Lubiana da Aksioma – Institute for Contemporary Art, Second Order Reality nasce dall’interesse specifico dell’artista per gli stati percettivi che caratterizzano l’esperienza di navigazione nei mondi virtuali e che sono connaturati nel “pensiero magico” dei bambini. Al centro del progetto, infatti, la capacità di entrare e uscire da diverse soggettività, ad esempio, o l’interesse per gli spazi liminali e per varchi e soglie temporali. Con una trama sviluppata attraverso linguaggi diversi, da un video in CGI con la funzione di trailer, un ambiente immersivo in VR e una serie di sculture, Second Order Reality ha l’obiettivo di dar vita ad un videogioco la cui protagonista, la scimmietta M’ling, vede alcune parti del proprio corpo diventare pietra e intraprendere un viaggio iniziatico in cerca della guarigione. Ogni aspetto del racconto è frutto di un’attenta costruzione che unisce linguaggi ed epoche diverse: dalla letteratura ottocentesca all’architettura brutalista, dai fumetti contemporanei all’intelligenza artificiale generativa.

In particolare, nel video The Stone Monkey e nella installazione VR Level 1, Illusions that we should have, but don’t, una concatenazione di eventi misteriosi muove la dinamica narrativa spostando costantemente il punto di adesione al reale. I suoni, creati da Francesco D’Abbraccio, consistono in “oggetti sonori” e amplificano il carattere perturbante dell’intera esperienza. Le sculture, invece, cristallizzano immagini della storia e li traducono in elementi fisici, amplificando la natura volutamente frammentaria del progetto: convivono, così, le riproduzioni dei personaggi principali che richiamano le action figure prodotte in ambito gaming, e la serie The Stone Monkey’PBR, sculture sferiche sviluppate a partire da render fisici (oggetti digitali utilizzati nell’ambito della modellazione 3D per mostrare i campioni di texture). Infine, The Multicrane recupera la tecnica delle prime animazioni di Walt Disney. Un omaggio questo ad un modo di fare artigianale che persiste come metodo nel suo approccio al digitale.

Il progetto di Carola Bonfili, a cui sarà dedicata una pubblicazione edita da NERO Editions, conta come partner Aksioma (Lubiana) e come partner culturali Centre D’Art Contemporain Genève, Green Parrot (Barcellona) e La Capella (Barcellona), oltre a Hypermaremma (Toscana). Lo sponsor tecnico del progetto è stato HTC VIVE Arts, mentre Distretti Ecologici ha contribuito alla sponsorizzazione del video.

info: maxxilaquila.art