Fino al 25 settembre 2024, lo Spazio Extra del MAXXI di Roma accoglie l’esposizione Nuove avventure sotterranee: tra documentazione fotografica e accurata ricerca artistica, cinque fotografi hanno catturato l’essenza di cinque infrastrutture sotterranee in quattro continenti – Italia, Argentina, Canada, Australia e Nuova Zelanda – costruiti dalla più antica impresa di costruzione italiana Ghella. Fondata nel 1894 e ancora oggi leader mondiale del settore, tra i suoi lavori figurano anche i tunnel della Transiberiana del 1898 e quelli sottomarini della metropolitana di Sydney.
Durante l’inaugurazione Matteo d’Aloja, Head of External Relations, Communications & Sustainability di Ghella, ha sottolineato l’obiettivo primario dell’azienda agli inizi di questa collaborazione, che è quello di creare un corpus di opere, oggi a quota dieci, che raccontino con uno sguardo laterale i cantieri Ghella attivi in tutto il mondo. Il 2024 è poi un anno particolarmente importante per l’azienda che festeggia il suo 130° anniversario e la mostra al MAXXI rappresenta uno dei progetti speciali in programma quest’anno.



Come in Di roccia, fuochi e avventure sotterranee, la prima edizione del 2021 a cui parteciparono Fabio Barile, Andrea Botto, Marina Caneve, Alessandro Imbriaco, Francesco Neri, Nuove avventure sotterranee mette in dialogo le nuove campagne fotografiche commissionate tra il 2022 e il 2023 con immagini d’archivio che documentano infrastrutture realizzate da Ghella tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Duemila. «La differenza tra i due corpus fotografici sta nel linguaggio», commenta il curatore Alessandro Dandini de Sylva. «Per Stefano Graziani, Rachele Maistrello, Domingo Milella, Luca Nostri e Giulia Parlato, l’osservazione dei cantieri è solo il punto di partenza per una serie di riflessioni sui cliché della rappresentazione e sull’ambiguità del documento fotografico, sullo scavo come lettura degli aspetti intangibili del paesaggio, sul simbolismo della caverna e sull’astrazione, sullo scorrere del fiume e sulle profondità del mare come restituzioni del carattere, della forma e delle emergenze della città».


courtesy Ghella

Millennium Line Extension, courtesy Ghella

Millennium Line Extension, courtesy Ghella
Il risultato è quello di un racconto leggero e delicato nonostante l’inusuale aridità dei soggetti rappresentati e che proprio in quella «distanza poetica» che si interpone fra le immagini e i cantieri, trova lo spazio in cui sviluppare nuove esplorazioni e infinite possibilità di racconto sulla costruzione delle grandi infrastrutture. I fotografi protagonisti della rassegna sono Domingo Milella, Stefano Graziani, Rachele Maistrello, Giulia Parlato e Luca Nostri: il percorso espositivo comprende oltre 150 immagini, di cui alcune provenienti dagli archivi di Ghella, che documentano infrastrutture realizzate tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Duemila in un confronto storico concreto e stimolante, in un sorprendente viaggio nel paesaggio e nei suoi cambiamenti temporali.

courtesy Ghella

courtesy Ghella

Come poi il curatore ha specificato «le campagne fotografiche che formano questa raccolta rappresentano una risorsa preziosa perché contribuiscono a rinnovare l’immaginario dei grandi cantieri di ingegneria infrastrutturale, combinando sapientemente documentazione e sperimentazione, e tracciano la direzione delle future trasformazioni delle città nel XXI secolo».




La mostra è accompagnata dalla pubblicazione di un cofanetto con sei volumi, disegnato da Filippo Nostri ed edito dalla casa editrice Quodlibet. I primi cinque volumi sono introdotti da un testo tecnico sul cantiere e contengono una conversazione tra ogni artista e il curatore sulla sua campagna fotografica, il sesto volume contiene immagini storiche dall’archivio di Ghella relative a cantieri attivi tra gli anni Sessanta e i primi Duemila.
Dal 14 giugno al 25 settembre 2024
MAXXI, Roma
info: Nuove avventure sotterranee