Aria di cambiamenti a New Bond Street, sede londinese di Sotheby’s. Secondo quanto riporta The Art Newspaper, la casa d’aste tra le più importanti al mondo è entrata in un “periodo di consultazione” a Londra, e si prepara a effettuare decine di licenziamenti nel Regno Unito. A dichiararlo sono state quattro fonti anonime, secondo cui circa 50 persone lasceranno l’azienda londinese. Ma non solo, perché si prevendono ulteriori tagli del personale anche nella sede newyorkese della casa d’aste, oltre a quelle di altre città europee. Resta un punto fermo, però, che il personale di Sotheby’s a Londra sarà quello più colpito dalle decisioni.
Dalla casa d’aste non sono arrivati commenti, a parte le smentite nei confronti delle voci secondo cui Sotheby’s intende vendere la sede londinese, attualmente in ristrutturazione. Affermando che «non ci sono piani per vendere l’edificio o lasciare New Bond Street», il portavoce della casa d’aste ha dichiarato: «Londra è e continuerà ad essere il nostro centro più grande e importante per le vendite, le mostre e i talenti in Europa e la nostra seconda sede di vendita più grande nel mondo».
The Art Newspaper ha ipotizzato le ragioni del ridimensionamento, di cui i dipendenti sono stati informati con una riunione del personale nella sede londinese. Tra le posizioni a rischio, anche alcuni ruoli a livello dirigenziale e diversi gestori d’arte, che secondo una fonte della testata stanno diventando ridondanti. Tra le ipotesi, il calo dei profitti della divisione britannica di Sotheby’s, che dal 2021 al 2022 sono diminuiti del 24%, passando da 34,5 a 26,2 milioni di sterline. I resoconti, mostrati il 19 luglio 2023, citano tra le cause la Brexit e l’instabilità globale. Ma un portavoce della casa d’aste aveva dichiarato al tempo che i dati presentati erano «basati su un’entità a sé stante che non rappresenta la visione finanziaria della nostra intera impresa globale o anche della nostra attività nel Regno Unito nel complesso».
Accanto al calo dei profitti, The Art Newspaper ha riportato anche un’altra ipotesi. Il periodo di consultazione è iniziato poco dopo che Sotheby’s Financial Services (SFS), il braccio finanziario dell’auction house, ha raccolto 700 milioni di dollari attraverso un’offerta di titoli di debito garantiti da opere d’arte. Un portavoce della casa d’aste ha affermato che la decisione consentirà nuovi investimenti in SFS e che non è collegata al bilancio della casa d’aste o al debito maturato dal proprietario, il miliardario francese israeliano delle telecomunicazioni Patrick Drahi, che detiene la proprietà di Sotheby’s dal 2019.