«Un connubio magico». La spiega così Roberto Grossi, direttore culturale e creativo, nel corso della conferenza stampa all’Ara Pacis. Raccontata dalle parole dei suoi protagonisti in un altro luogo della classicità, la mostra Mitoraj. Lo Sguardo, Humanitas, Physis offre nuove prospettive sui paesaggi aurorali della Sicilia, bacino della cultura greca e romana, intessendo un dialogo che potrà essere esplorato fino al 31 ottobre 2025.


Aperta al pubblico dal 26 marzo, la mostra siciliana è la più imponente esposizione finora realizzata delle opere di Igor Mitoraj, acuto interprete contemporaneo delle forme classiche. Disseminate tra il Parco archeologico di Neapolis, a Siracusa, Ortigia e l’Etna, le 27 opere del maestro polacco scomparso nel 2014 danno forma a un percorso simbolico e riflessivo che prende le prime mosse dalla natura, coniugandone i quattro elementi – terra, acqua, fuoco e aria – in un intreccio di sguardi.

In occasione della conferenza stampa, a cui hanno preso parte, oltre a Roberto Grossi, il curatore Luca Pizzi, il presidente dell’Atelier Mitoraj Jean Paul Sabatiè, il direttore della produzione esecutiva Paolo Patanè e Anna Maria Anders, ambasciatrice della Repubblica della Polonia in Italia, ciascun partecipante ha chiarito la dimensione dialogica della mostra, la funzione dei luoghi quali baluardi dell’integrazione e la componente riflessiva del percorso, che pone al centro lo scarto tra il “vedere” e il “guardare”. Sul primo punto è stata chiara l’ambasciatrice polacca, che ha ricordato come la vita dell’artista tra Polonia, Francia e Italia lo abbia proiettato in un contesto culturale ibrido, caratterizzato da legami vasti.

«Mitoraj sarebbe stato contento di vedere questa mostra, ma lo stupore che deriva dal vedere queste opere nei luoghi in cui sono collocate è universale», ha sottolineato Roberto Grossi. «Questa mostra è un unicum – ha continuato – per il rapporto tra le opere e gli spazi che le ospitano. Posizionare le statue di Mitoraj in quei luoghi li ha risignificati in un’ottica contemporanea». Tra sculture in bronzo e lavori in resina, le statue monumentali che popolano la storia sepolta del Parco di Neapolis, il Teseo Screpolato sull’Etna rivolto verso Siracusa e la scultura alata Ikaria che, da Ortigia, guarda il Mediterraneo, danno vita non solo a un percorso simbolico, ma anche a un concreto intreccio di sguardi. Per dirla con le parole del curatore Luca Pizzi, «anche le statue dagli occhi chiusi hanno cominciato a guardarsi tra loro».


«Si tratta di una mostra che viene da lontano. Dal 2020 è la terza esposizione dedicata a Mitoraj in Sicilia. Questa si articola su tre siti diversi, e non è un caso, perché è una mostra in un certo senso conclusiva di questo percorso, ed è nel segno del “riguardarsi”», chiarisce invece Paolo Patanè. Costruendo un tracciato che trova nella natura la propria dimensione espressiva e di raccoglimento, la mostra di Mitoraj invita, tramite l’elemento dello sguardo, a una riflessione sulla propria condizione.

Mitoraj. Lo Sguardo, Humanitas, Physis
dal 26 marzo 2024 al 31 ottobre 2025
Parco archeologico di Neapolis – Ortigia – Etna
info: parchiarcheologici.regione.sicilia.it