La tela ovoidale in giallo sarà presentata il prossimo 15 maggio come come highlight della Contemporary Evening Auction di Sotheby’s. La stima si aggira tra i 20 e i 30 milioni di dollari e questo rende l’opera tra le più preziose di Lucio Fontana fino ad ora andate in asta. Il gruppo di dipinti che compongono questa serie, La fine di Dio, è stato realizzato nel biennio 1963-1964 in occasione di 3 mostre fondamentali per la sua carriera, a Zurigo, Milano e Parigi e ne comprende circa 38.
Questa versione in particolare è una delle più importanti, avendo costituito il fulcro della retrospettiva dell’artista al Metropolitan Museum of Art nel 2019. Sono gli anni di Yuri Gagarin che orbita per la prima volta attorno alla terra e dell’idea sempre più vicina dell’uomo sulla luna, che affascinano profondamente Fontana, il suo immaginario visivo e i suoi impulsi profondi di voler sconfinare lo spazio, aprirlo, renderlo altro.
«Non voglio fare un quadro; voglio aprire lo spazio, creare una nuova dimensione, legare il cosmo, che si espande all’infinito oltre il piano confinante del quadro» e ancora «per me significano l’infinito, la cosa inconcepibile, la fine della figurazione, il principio del nulla», sono i due concetti cardine che l’artista ha espresso in questo tipo di arte in particolare. Costellazioni di buchi, densità materica, squarci, graffiti che in alcuni casi interessano solo la parte monocroma della tela ricoperta dal colore e a volte ne caratterizzano tutta la superficie in un’arte che è emblematica del suo spazialismo.
L’attuale record price dell’artista pari 29,173,000 di dollari, è stato raggiunto proprio da una opera della serie sempre a sfondo giallo, venduta da Christie’s a New York il 10 Novembre del 2015. Il quadro appartiene dal 2003 ai due mecenati americani Cindy e Howard Rachofsky, collezionisti americani di Dallas: prima dell’asta, sarà esposto nelle gallerie di Sotheby’s a Milano dal 6 all’11 aprile e poi di nuovo nell’ambito delle preview di New York dal 2 al 15 maggio.