Copenaghen, una mostra indaga il rapporto tra emozioni e architettura

Con un percorso immersivo, la rassegna di Copenaghen porta i visitatori a interagire con lo spazio, dimostrando le conseguenze emotive

Esito di decenni di ricerche sul design comportamentale, la nuova mostra Aware – architecture and senses pensata per gli spazi del Danish Architecture Center di Copenaghen indaga le influenze emotive dell’architettura. La mostra è stata sviluppata con lo studio di design 3XN/GXN, che nel tempo ha svolto numerose indagini sul tema e che si avvale di una serie di contributi specialisti.

Visitabile fino al 15 settembre, la rassegna di Copenaghen esplora le ragioni per cui gli spazi generano emozioni di vario tipo, che sia dal senso di sicurezza a quello di inquietudine. In questo senso, Aware – architecture and senses propone al pubblico un percorso sensoriale in cui l’architettura non è concepita solamente come disciplina tecnica, ma come una vera e propria arte che si esprime dando forma allo spazio e che, come nel caso di un dipinto o di una scultura, può suscitare diverse emozioni. Nell’iter della mostra, il visitatore può infatti interagire con le sei installazioni ambientali, ognuna delle quali provoca sensazioni diverse, dalla protezione al disorientamento.

Dopo questa sezione, in cui il potere dell’architettura come forma d’arte viene esplicitato in un percorso immersivo, la rassegna si conclude con un approfondimento dedicato al design comportamentale, tra i maggiori argomenti di ricerca studio di design 3XN/GXN, fondato nel 1986 ad Aarhus, in Danimarca, da Kim Herforth Nielsen, Hans Peter Svendler Nielsen e Lars Frank Nielsen. Il principale proposito di questa branca di studi consiste nell’indagare quelle strategie visive e di organizzazione dello spazio capaci di migliorare la vita individuale e comunitaria.

Un approccio allo spazio, questo, piuttosto recente. Risale infatti al 2007 la nascita dell’unità di ricerca e consulenza GXN, attiva sul fronte della sostenibilità strategica. Questa visione si fa quindi promotrice di una nuova relazione tra uomo e spazio architettonico, con lo scopo di favorire il benessere psicologico e la condivisione di una cultura collettiva, influenzando così relazioni e comportamenti.