Corrispondenze immaginarie, è la ormai nota iniziativa di arte pubblica partecipata di Mariangela Capossela, ideata per Volterra Prima Città Toscana della Cultura 2022. Il processo di corrispondenza coinvolge gli archivi e riguarda la raccolta di materiale delle ex strutture psichiatriche di Trieste e Gorizia: centinaia e centinaia di lettere che i pazienti non hanno avuto la possibilità di inviare e che come loro sono rimaste brutalmente recluse e prive di risposta. Il progetto, realizzato in collaborazione con il Teatro degli Sterpi APS – Hangar Teatri, con l’Accademia della Follia, con Coop La Collina e con il patrocinio del Comune di Gorizia ha preso avvio lo scorso 11 marzo (fino al prossimo 11 giugno) in occasione del centesimo anniversario dalla nascita di Franco Basaglia, lo psichiatra padre dell’odierno concetto di salute mentale e di una idea di psichiatria terapeutica e riabilitativa.
Spiega Mariangela Capossela che «l’atto di trascrivere i pensieri di un’altra persona crea un inevitabile processo di identificazione. Allo stesso modo, rispondere a una lettera che non era stata destinata a se stessi, produce uno spostamento delle traiettorie personali, una sorta di decentramento prodotto dal flusso di un pensiero emozionale, capace di tessere oggi un nuovo discorso di cura e sulla cura mentale».
Sono quindi aperte ufficialmente le call per raccogliere le adesioni di chiunque desideri partecipare, in un invito che è fortemente rivolto agli istituti scolastici e ai pubblici cittadini. Nella prima parte di Corrispondenze immaginarie, ovvero “Scrittoi Pubblici“, le lettere verranno trascritte a mano, numerate e timbrate con un segno ideato ad hoc dall’artista. L’obiettivo è quello di sensibilizzare su un tema così importante, ma anche reinventare e riattivare una memoria storica collettiva, in nome di tutti coloro che sono stati ingiustamente dimenticati. «Scrivere a mano per tracciare il passaggio tra il pensiero e il corpo, trascrivendo le parole di un’altra persona, muovendole da un tempo passato. Rispondere ad una lettera censurata, indirizzata originariamente ad un’altra persona, per compiere un atto di cura nel presente».