Voci fuori campo: Alice Guareschi inaugura il nuovo format targato Treccani Arte

'Giorno' è la parola che Alice Guareschi ha selezionato per 'Voci', investendo Spazio Treccani Arte con un testo che si fa immagine

Primo tra gli interventi testuali di Voci, il nuovo format espositivo pensato per Spazio Treccani Arte, il gesto artistico di Alice Guareschi (1976) prende le mosse dalla parola “giorno”. Con due opere neon e un progetto site specific che investe le pareti di un’intera sala, l’opera di Guareschi si propone come una riflessione sulla relatività del tempo, assumendo le fattezze di uno statement che sfugge alla propria monumentalità.

In mostra dall’11 marzo al 14 giugno 2024, l’intervento di Guareschi inaugura il nuovo palinsesto di Treccani Arte, ramo dell’Istituto della Enciclopedia Italiana interamente dedicato all’arte contemporanea. A cura di Iacopo Ceni, Responsabile Treccani Arte, il progetto Voci invita gli artisti selezionati a scegliere una parola dal Vocabolario della Lingua Italiana e a ideare, partendo dalla sua definizione, una o più opere in edizione limitata e un progetto artistico site specific, concepito per la prima sala di Spazio Treccani Arte.

«Ho scelto di lavorare su due piani. Il primo, quello delle opere neon – spiega l’artista -, si impone plasticamente nello spazio con la luce, mentre il secondo è un intervento a parete, in cui un testo bianco su bianco scorre suggerendo un movimento a spirale». Queste le linee attraverso cui Alice Guareschi ha trasformato in immagine la parola “giorno”, anche protagonista del manifesto realizzato dalla stessa artista ed esposto da Treccani Arte, dando luogo a un percorso visivo capace di rendere omaggio alla tradizione enciclopedica.

Primi elementi di un’esperienza testuale immersiva e tridimensionale, le opere neon. Inediti e in edizione limitata, il primo lavoro riporta una parola inglese d’uso colloquiale, hereish (“più o meno qui”, composta dall’avverbio here e dal suffisso -ish, che conferisce al primo un valore di approssimazione), mentre la seconda il palindromo yet not yet (“ancora non ancora”), dove è invece il tempo a entrare in un movimento circolare capace di tenere insieme il passato e il futuro, nel presente.

Se i due neon operano sulla tridimensionalità del testo con l’effetto luce, l’intervento site specific lavora su un altro piano. Con l’intento di creare uno spazio immersivo non invasivo, l’artista ha rielaborato la concezione di statement attraverso il mancato contrasto tra la componente testuale e il suo sfondo. Alla radice del bianco su bianco, spiega Guareschi, c’è «l’idea di uno statement che corre il rischio, intenzionalmente, di non essere visto».

Sfuggendo alla propria monumentalità, lo statement che percorre le pareti di Spazio Treccani Arte richiede un’attenzione maggiore rispetto alle sue forme più canoniche. Con la scelta del bianco su bianco, «lo spettatore è invitato ad avvicinarsi e a ricomporre un testo che non è immediatamente leggibile», spiega l’artista, aggiungendo come questa caratteristica renda il testo assimilabile a una «voce fuori campo».

Quasi come se fosse un ritornello, il testo accosta una serie di verbi – scrivere, capire, conoscere – alla formula “takes time”, diventando «una sorta di metronomo che ribadisce la necessità del tempo per svolgere certe azioni. In particolare – aggiunge – ho scelto verbi che si riferiscono alla sfera intellettuale e culturale». Tra movimento spiralico e gioco dimensionale, l’intervento di Alice Guareschi si conclude con l’unico testo nero su bianco nella sala, che, a cavallo di un angolo, recita “public signs daily gestures”.

Accanto al progetto Voci, nelle altre sale della galleria si potranno ammirare le opere realizzate nei primi cinque anni di Treccani Arte (2018-2023), come quelle che si inseriscono nel quadro dei progetti Treccani Arte/MAXXI e Alfabeto Treccani, i poster di Utopia, le enciclopedie d’artista di Gianfranco Baruchello (1924-2023) ed Ettore Spalletti (1940-2019), oltre all’opera Tavole della Legge (Non uccidere), recente atto cancellatorio di Emilio Isgrò (1937). In più, l’allestimento presenterà la novità di Archivio Multiplo: storiche grafiche o multipli d’artista, parte della collezione Treccani, saranno protagonisti, a rotazione, di una parete della galleria, con lo scopo di valorizzare e promuovere la tradizione della grafica d’arte. Ad inaugurare la serie, Mistero in-forme (2012) di Carla Accardi (1924-2014).

info: treccaniarte.com

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