Esther è un progetto fieristico nato da veramente poco dall’iniziativa di due donne estoni: Margot Samel, proprietaria di una omonima galleria nel quartiere Tribeca di Manhattan e Olga Temnikov proprietaria invece della galleria Temnikova & Kasela a Tallinn. La fiera riunirà 25 gallerie internazionali, tra emergenti e già ben conosciute, e sarà ospitata presso la New York Estonian House, edificio che non a caso ospita una organizzazione no-profit che si occupa della propulsione della cultura estone a New York. Il debutto della fiera avverrà a maggio, precisamente dal 1 al 4, in un calendario di eventi davvero pieno per il mondo dell’arte contemporanea, visto che nella stessa settimana ci sarà anche l’edizione di Frieze (1-5 maggio) e della New Art Dealears Alliance (2-5 maggio), mentre nei giorni successivi la TEFAF (10-14 maggio) e Independent Art Fair (9-12 maggio).
Un esordio probabilmente azzardato, ma sicuramente ben calcolato: una scelta che in realtà si insinua a metà strada tra il coraggio e l’imprudenza. Ovviamente sorge spontaneo chiedersi in che cosa Esther si distinguerà dalle altre fiere e se sarà in grado di reggere la competizione, visto il contesto così affollato e ben consolidato e sopratutto, visto le complessità che da sempre si riscontrano nel beffardo sistema dell’arte. In un comunicato stampa, il duo femminile ha dichiarato di essere «sempre stato interessato a modelli alternativi della classica fiera d’arte» sottolineando come la situazione artistica estone abbia influenzato la loro strategia in termini di collaborazione fra gallerie.
Un approccio sicuramente molto sperimentale, ma che visto la qualità delle gallerie, porterà sicuramente i suoi frutti. Tra le 25 gallerie poi, due sono italiane: APALAZZOGALLERY di Brescia, diretta da Francesca Migliorati e Chiara Rusconi e Ciaccia Levi di Milano fondata da Nerina Ciaccia e Antoine Levi. Ma anche Shangai, Londra, Bucarest o Madrid: insomma, un’offerta culturalmente diversificata che sarà certamente in grado di differenziarsi, arricchendo con nuovi punti di vista il panorama artistico contemporaneo.