“Arte Queer. Corpi, segni, storie” è il libro della scrittrice, art sharer e fondatrice del marchio Art Nomade Milan Elisabetta Roncati uscito per Rizzoli lo scorso settembre. Più che un semplice libro, chiunque si trovi a sfogliarlo, noterà che questo è un manuale. E ancora, più che un semplice manuale è il tentativo di costruire una visione d’insieme, un modo per mappare una parte di storia dell’arte che non ha avuto e, ancora oggi, non ha vita facile. È, inoltre, una visione d’insieme che chiama a osservare e a comprendere non solo chi ogni giorno ha a che fare con questioni di genere e sessualità ma anche chi non se n’è mai posto il problema.

Le prime pagine del libro, infatti, risultano preziose per chi senza una conoscenza base delle terminologie in uso dalla comunità LGBTQIA+ si immerge in questo mondo fatto di nuove parole oltre che di nuove immagini. Per vivere in una società democratica è essenziale avere le parole, le quali sono lo strumento più potente che abbiamo, e saperle usare in modo appropriato. È altrettanto essenziale che l’arte contemporanea, e chi oggi ne fa o ne scrive, si ponga il problema di dover anche “donare” a chi potrebbe non averne, gli strumenti necessari per maneggiare tematiche che attingono alla sensibilità e alla vita di ognunə di noi.

Nell’introduzione al libro, l’autrice afferma espressamente che “L’arte è un mezzo straordinario per indagare e illuminare le profondità della nostra umanità” centrando esattamente quale sia l’obiettivo dell’arte e dellə artistə da sempre. Illuminare le profondità della nostra umanità è esattamente ciò che già i primitivi facevano unendo linee e punti sulle pareti delle caverne. Un primitivo e faticoso nuovo disegnare che denotava la necessità tipica dell’essere umano di raccontare e raccontarsi, di essere visto e letto, tradotto, tramandato. Per questo l’arte risulta essere senza ombra di dubbio ciò di cui non possiamo fare a meno. Qualsiasi forma e modalità essa abbia.

Elisabetta Roncati, oltre a donare e usare le parole, dona a chi legge anche le immagini e i nomi di quellə artistə che creano nuovi linguaggi visivi per parlare di noi tuttə. Linguaggi che possiamo pensare riguardino solo chi si sente parte della comunità LGBTQIA+ ma che in realtà riguardano tuttə.

I lavori di artistə del passato come Gluck e artistə del presente come Ambrosia, Jenna Gribbon, Eva & Adele, Gilbert & George non sono solo belle opere da contemplare ma, come quei disegni nelle caverne, un modo per raccontarci e per raccontare non chi siamo ma come siamo, come pensiamo, come vorremmo essere e come saremo diversi ogni giorno. È proprio su questa diversità di ogni giorno che caratterizza ognunə di noi per tutta la durata della vita che dovremmo ragionare.

“L’identità in matematica è un concetto fine a sé stesso. L’origine è interessante” afferma la scrittrice e intellettuale Chiara Valerio, la quale parlando del linguaggio dei linguaggi conferma che, come Elisabetta Roncati vuole mostrarci, dovremmo concentrarci sulle origini e quindi sulle storie che ognunə di noi porta e tramanda con sé nel tempo che ha a disposizione. L’autrice, in questo manuale, dona esattamente questo: la possibilità di entrare in contatto e in conoscenza con chi in questa vita sta tentando attraverso la sua arte di costruire una strada fatta di tante storie che possano essere da sostegno e ispirazione a chi c’è e verrà.
