Bloccato e contestato più volte, il progetto di costruzione di un tunnel stradale nei pressi di Stonehenge, il famoso sito neolitico britannico, prenderà sostanzialmente il via. Lo ha deciso l’Alta Corte di Londra, ritenendo “infondate” le ragioni che hanno posto il piano al centro di una battaglia legale tra il governo e i gruppi di attivisti, ambientalisti e appassionati contro la realizzazione del progetto fin dalla sua presentazione nel 2020.
Dal costo di oltre due miliardi di euro, il tunnel verrà costruito a circa tre chilometri dal sito di Stonehenge, Patrimonio dell’Umanità dal 1986. Lo scopo del progetto consiste nella riduzione del rumore e dell’inquinamento dovuti al traffico, restituendo così armonia al paesaggio.

Secondo le associazioni locali e i gruppi di ambientalisti, oltre all’UNESCO stessa, il tunnel rappresenta in realtà una minaccia per il sito. Infatti, a lanciare l’allarme era stata anche l’agenzia governativa Planning Inspectorate, affermando che il tunnel potrebbe causare “danni permanenti e irreversibili”, mentre l’UNESCO aveva proposto un’alternativa al piano attuale che consiste nella deviazione della strada attorno a Stonehenge, dichiarandosi pronta a privare il monumento del suo stato di Patrimonio dell’Umanità per inserirlo tra i siti a rischio in caso di mancata modifica del progetto.
Le proteste, però, sono cadute nel vuoto. Gli ultimi governi britannici hanno infatti continuato a sostenere il progetto del tunnel, ormai vicino al concretizzarsi con la decisione dell’Alta Corte di Londra. Con il via ai lavori, rimane incerta la posizione che assumerà l’UNESCO, la cui alternativa al progetto è stata ignorata.