Una riflessione sull’unicità nel mondo contemporaneo, quella che SpazioC21 ospiterà a partire dal 2 marzo. Si tratta della mostra Cabinet of Ether, che fino al 21 aprile 2024 raccoglierà a Reggio Emilia le opere di dieci artisti che si confrontano sul concetto di rarità e unicità nella versione contemporanea dei NFT (non-fungible tokens). Ad accompagnare i lavori degli artisti, un testo di Federico Fauli.

“Durante il Rinascimento europeo, i ‘Cabinet of curiosities’, o ‘Wunderkammern’, rappresentarono i precursori dei moderni musei”, scrive Fauli. “Non erano solamente raccolte finalizzate a mostrare le eccentricità dei loro curatori, ma rappresentavano veri e propri strumenti sociali mirati a stabilire e mantenere il proprio status all’interno della società e a trasmettere una propria visione del mondo. Spazi volti a suscitare meraviglia negli osservatori, a sollecitare l’immaginazione. Ogni oggetto offriva
l’opportunità di raccontare una storia o, più spesso, di crearne una. Come gli individui più abbienti, anche i collezionisti del passato amavano definire la propria personalità attraverso il possesso di oggetti opulenti, segni tangibili della loro intelligenza, erudizione, ricchezza e gusto”.
“Essi avevano già compreso – continua – che gli oggetti preziosi esercitavano un forte ascendente sulle persone e che le associazioni tra oggetti di lusso e personalità lasciavano impressioni durature. Stare al centro di questo microcosmo e indicare gli oggetti per svelarne i segreti più profondi conferiva ai collezionisti un senso di agio e padronanza in un mondo spesso percepito come troppo vasto, confuso e inospitale. Spesso la selezione di opere dei ‘Cabinet of curiosities’ era del tutto casuale, priva di alcun ordine cronologico o criterio scientifico che guidasse la disposizione degli oggetti. Il collezionista aveva il
pieno controllo dell’interpretazione e del contenuto, che, in realtà, riflettevano il proprio gusto e la propria identità”.

Da un’origine lontana, insomma, il titolo della mostra, che si propone così come uno spazio di raccolta di opere digitali nel segno di un incontro tra arte e tecnologia. “Veniamo all’oggi – scrive Fauli – alle “Wunderkammern” contemporanee. Esiste una sostanziale differenza tra i grandi collezionisti di un’epoca passata e le cosiddette “Whales” del Web3, cioè i grandi collezionisti di Opere Digitali? È possibile stabilire una relazione tra la pratica antica del collezionismo come simbolo di status sociale e l’azione contemporanea di accumulare ampie collezioni di NFT? Cabinet of Ether vuole mostrare le affinità tra i ‘Cabinet of curiosities’ e i nuovi mercati dell’arte digitale, concentrandosi sull’atto stesso del collezionismo come strumento di vanto e celebrazione”. Da qui, l’idea della mostra.
“Gli NFT rappresentano – continua – un fenomeno relativamente recente reso possibile dalla tecnologia blockchain, ossia token digitali che identificano la proprietà di una particolare risorsa digitale o opera d’arte. Sia le collezioni antiche che gli NFT si concentrano sul concetto di rarità e unicità. Le prime sono affollate di oggetti ricercati ed esotici difficili da reperire, mentre il mondo degli NFT offre l’accesso a versioni digitali esclusive. Opere d’arte in formato digitale collezionate in wallet, o portafogli virtuali, alimentati da transazioni in crypto valuta. Sebbene differenti in molti aspetti, entrambi riflettono un innato desiderio di collezionare ed esporre oggetti esclusivi, rari, belli o significativi. L’arte digitale, tuttavia, non è solo NFT, ma un ecosistema di opere alimentate da un codice unico digitale, virtuali, che possono attivare realtà aumentate oppure oggetti fisici realizzati con tecnologie additive, laser e robot governati da strumenti digitali”.

“La prospettiva che si è scelta per Cabinet of Ether è quella del combinato tra analogico e digitale, o ‘phygital’ come si chiama in gergo. La mostra offre agli spettatori un’esperienza che permette di interagire con l’opera d’arte digitale ed il suo alter-ego fisico. Un’immersione in uno spazio di ricerca dove l’incontro tra tecnologia e immaginazione sta originando nuove forme di creatività e di arte”, conclude Fauli.
Gli artisti presenti in mostra saranno Andrea Chiampo, Davide Pepe, Emanuele Dascanio, Federico Fauli, Fvckrender Hogre, Invader, Luna Ikuta, Matteo Mauro, Ryan Koopmans.
Cabinet of Ether
dal 2 marzo al 21 aprile 2024
SpazioC21 – Via Emilia San Pietro 21, Reggio Emilia
info: spazioc21.com