È morto Günter Brus, tra i fondatori dell’Azionismo viennese

Scomparso all'età di 85 anni, Günter Brus era l'ultimo sopravvissuto del movimento. La morte è avvenuta poco prima di una grande retrospettiva

Figura centrale dell’Azionismo Viennese, Günter Brus è morto all’età di 85 anni a Graz, la sua città natale, in Austria. Ultimo sopravvissuto del movimento che aveva co-fondato con Otto Mühl, Hermann Nitsch e Rudolf Schwarzkogler, Brus è scomparso pochi giorni prima dell’inaugurazione di una grande mostra dedicata al suo lavoro. Ospitata dal Kunsthaus Bregenz in Austria, la retrospettiva includerà quasi 500 esemplari provenienti dalla lunga carriera dell’artista, di oltre sessant’anni.

“Lo staff del Kunsthaus Bregenz piange la perdita di questo straordinario artista. Brus è uno degli artisti più importanti del dopoguerra e la sua scomparsa rappresenta una perdita incomparabile per la storia dell’arte austriaca”, scrive in un comunicato Thomas D. Trummer, direttore del Kunsthaus Bregenz. “Brus era un disegnatore, un artista d’azione, un poeta, un intellettuale e un visionario. Le sue opere testimoniano un profondo approfondimento sui temi dell’umanità e dell’esistenza”.

Originario del villaggio austriaco di Ardning, Günter Brus nacque nel 1938, lo stesso anno in cui il paese fu annesso alla Germania nazista. Un frangente storico, questo, che diventerà centrale nel lavoro dell’artista. Brus studiò alla Kunstgewerbeschule di Graz, ma poi si trasferì all’Accademia di Belle Arti di Vienna, dove pure abbandonò gli studi nel 1960. Fu questo il periodo in cui iniziò a dedicarsi a uno stile pittorico ispirato agli espressionisti astratti popolari negli Stati Uniti al tempo: un passaggio imprescindibile per muoversi verso un’intensificazione degli elementi gestuali, che poi saranno propri dell’Azionismo viennese. Brus infatti iniziò a incorporare in modo esplicito il suo corpo nella pratica artistica, rendendolo un veicolo dell’opera stessa. Ad esempio, in Passeggiata a Vienna del 1965 Brus si dipinse di bianco con una striscia nera al centro del viso e del corpo, per poi passeggiare per la città.

Accanto agli altri Azionisti, il lavoro di Brus è cresciuto in due direzioni complementari, che vedono l’uso estremo del corpo connesso a un esplicito messaggio politico. Nel 1968, gli Azionisti furono invitati ad esibirsi all’Università di Vienna, dove misero in scena l’opera Art and Revolution , in cui Günter Brus urinava, defecava, si masturbava e si tagliava, mentre cantava l’inno nazionale austriaco. Una performance che gli costò un processo per “degradazione dei simboli dello Stato”: per evitare la prigione, fuggì con la moglie e la figlia a Berlino Ovest.

Brus abbandonò presto la performance. L’ultima risale al 1970: intitolata The Real Test, l’azione incorporava comportamenti autolesionistici come tagliarsi con una lama di rasoio e picchiarsi. «Non potevo più sopportare queste gravi ferite – ha detto in un’intervista del 2016 a The Art Newspaper – non potevo continuare questo autolesionismo per sempre». Sentendo di aver raggiunto il suo limite fisico, Brus dal 1970 in poi si dedicò ad altri linguaggi: disegni, dipinti, film e quelli che descrisse come poemi illustrati, molti dei quali contenevano sia testo scritto che illustrazioni.

Nonostante il suo lavoro performativo sia legato a meno di un decennio della sua carriera, il corpus di opere successivo rimase coerente con le performance: in essi, Brus spesso rendeva immagini del corpo in varie contorsioni e interpretazioni, e non smise mai di esplorare e attingere alle nostre pulsioni e istinti più primordiali.