Antonio Paolucci, tra i massimi storici dell’arte, si è spento questa mattina a Firenze all’età di 84 anni. Originario di Rimini, si era laureato in storia dell’arte a Firenze nel 1964 con Roberto Longhi. La sua carriera inizia al Ministero della Pubblica Istruzione, fino al 1980 quando diventa sovrintendente di città come Verona, Venezia e infine Firenze. È stato ministro per i beni culturali e ambientali durante il governo Dini e direttore dei Musei Vaticani per nomina di Benedetto XVI, dal 2007 al 2016. Grande esperto di arte moderna, ha curato diverse monografie sul Rinascimento e anche una serie di mostre, in Italia e all’estero.
Tra le ultime rassegne da lui curate ricordiamo Leonardo Opera Omnia, svoltasi a Fossano nel 2018 e che presentava una serie di riproduzioni di opere rappresentative del percorso artistico di Leonardo da Vinci. La più recente invece nel 2021, con una esposizione a 360° su Dante Alighieri ai Musei san Domenico di Forlì: con 300 opere che celebravano i 700 anni dalla morte del poeta. Durante il corso dei suoi anni ha toccato temi che spaziano dal turismo culturale, all’arte futura, alla tutela e all’incuria, in una vita che è sempre stata una dichiarazione di amore appassionata per l’arte e per la conservazione dei beni culturali.
«La scomparsa di Antonio Paolucci crea un grande vuoto nel mondo della cultura. Profondissimo conoscitore della storia dell’arte, museologo di fama mondiale, colpiva per la cristallina chiarezza del suo pensiero» è il commosso ricordo di Eike Schmidt, direttore del Museo di Capodimonte ed ex direttore degli Uffizi di Firenze. «Era questa la chiave della sua capacità di comunicare a tutti pensieri altissimi e concetti complessi, rendendoli accessibili. E della grande umanità con cui ha saputo guidare e ispirare i colleghi nel loro lavoro, me incluso. È stato per me un onore poter sempre contare sui suoi consigli e sul suo esempio».