Un centinaio tra immagini in gran parte inedite e documenti che provengono dall’archivio londinese Lotz-Bauer, dalla biblioteca Hertziana a Roma, dal Kunsthistorisches Institut di Firenze, dalla collezione del fotografo Franz Schlechter a Heidelberg e in collaborazione con Officine Fotografiche Roma e il Goethe-Institut, verranno esposti a partire da mercoledì 17 gennaio presso il museo trasteverino, nella mostra Hilde in Italia. Arte e vita nelle fotografie di Hilde Lotz-Bauer. Originaria di Monaco di Baviera, la Lotz-Bauer fu una fotografa di grande talento oltre che un’appassionata storica dell’arte.
La rassegna fotografica è curata da Federica Kappler e dalla figlia dell’artista, Corinna Lotz e per la prima volta si assiste a un dialogo tra il suo lavoro più ufficiale e quello più intimista da fotografa di strada e pioniera del reportage. Le opere in mostra riproducono l’Italia degli anni ’30 e in particolare della città di Roma. Infatti, dopo una laurea in storia dell’arte, la Lotz-Bauer si iscrive a un corso di specializzazione nella Scuola statale bavarese di fotografia, ottenendo assieme alla sua amica e collega Helga Fietz, una borsa di studio per un soggiorno in Italia nel 1933, anno in cui l’obbligo di iscrizione al partito nazista non era ancora in vigore, con l’obiettivo di catalogare gli innumerevoli tesori del patrimonio artistico italiano dalla scultura all’architettura.
Importanti e numerose sono le campagne fotografiche in collaborazione con diversi storici dell’arte attivi presso le istituzioni tedesche in Italia, dedicate alle opere d’arte romane e fiorentine. Il suo, infatti, è inizialmente un lavoro totalmente al servizio della storia dell’arte e solo in un secondo momento, di profondo interesse verso la figura umana. L’opera fotografica si caratterizza per l’adozione di precise inquadrature di dettagli, angolazioni profonde e utilizzo di strumenti espressivi artistici.
La forte empatia e il contatto con gli abitanti del posto la portano successivamente a realizzare scatti di denuncia e critica sociale e molti di questi trasmettono immagini straordinarie, vive e sincere della gente comune. Il suo è uno sguardo diretto, che racconta storie vere non necessariamente belle: la narrazione della gente del popolo diventa assoluta e inconsapevole protagonista, fonte di ispirazione. Tra i suoi soggetti preferiti le donne, in particolare le contadine, che riesce a rendere icone immortali di un tempo passato ma ancora attuale.
Di grande impatto emotivo le fotografie che ritraggono la dignità delle donne abruzzesi a lavoro, specie quelle del piccolo paese di Scanno, una delle prime tappe del suo viaggio, che in pochi anni e anche grazie a lei, diventa sito emblematico della fotografia. La fotografa era solita utilizzare una macchina fotografica di grande formato e con pesanti lastre di vetro per gli scatti più ufficiosi, mentre per le immagini personali, l’artista tedesca preferiva un apparecchio piu leggero e maneggevole, una piccola Leica. Lo stile della Lotz-Bauer è unico e inconfondibile e da ogni sua singola foto emerge la purezza dei soggetti rappresentati. Il suo scopo era quello di raffigurare il mondo così com’era, in una visione totalmente oggettiva e non edulcorata da sentimenti o emozioni personali.