Pandoro Gate, il legale di Chiara Ferragni è un noto collezionista di arte contemporanea

Originario di Avellino, l'avvocato Giuseppe Iannaccone possiede una collezione che include anche opere di artisti emergenti

Nell’inchiesta del Pandoro Gate, anche una nota per il mondo dell’arte. Per affrontare la vicenda giudiziaria, Chiara Ferragni ha scelto come uno dei propri legali un noto collezionista di arte contemporanea, Giuseppe Iannaccone.

«Mi sento serena perché ho agito in buona fede, e sono certa che questo emergerà dalle indagini in corso. Ho piena fiducia nell’operato della magistratura, e insieme ai miei legali sono pronta a collaborare e a chiarire ogni dettaglio nel minor tempo possibile». Questo il commento di Chiara Ferragni a proposito della vicenda che ha investito il suo impero poco prima di Natale.

Ora indagata per truffa aggravata, l’imprenditrice milanese è accusata di aver fatto intendere che, con l’acquisto del pandoro Balocco da lei sponsorizzato, gli acquirenti avrebbero contribuito a finanziare la ricerca sull’osteosarcoma e sarcoma di Ewing all’ospedale Regina Margherita di Torino, oltre all’acquisto di un nuovo macchinario.

Per la difesa, Ferragni ha scelto il rinomato avvocato Iannaccone. Originario di Avellino, nel 1982 l’avvocato ha fondato a Milano lo studio Iannaccone associati, specializzato nei processi per reati fallimentari, societari e fiscali.

Oltre alla carriera legale, Giuseppe Iannaccone è anche un collezionista di arte contemporanea. Muovendo i primi passi nel settore con opere realizzate tra le due guerre, un periodo che – sul piano visivo – Iannaccone definisce L’espressionismo italiano degli anni Trenta, l’avvocato ha poi sviluppato un interesse anche verso i linguaggi più contemporanei.

«Amo pensare alla mia collezione non come a due distinte raccolte, ma come ad un unico grande contenitore di racconti senza tempo, legati da un filo conduttore che crea un dialogo tra di loro. Storie di vita vissuta, indipendentemente dalla loro epoca storica, che parlano della profondità dell’animo umano, delle sue gioie e le sue debolezze». Così Iannaccone scrive sul sito web della collezione, in cui compaiono non solo opere di Lucio Fontana ed Emilio Vedova, ma anche di Nan Goldin, Gianfranco Ferroni e ancora di Marcello Maloberti.

In più, la collezione include anche opere di artisti emergenti. Una scelta che si accompagna al mecenatismo dell’avvocato, messo in atto con Progetto In Pratica. «Qualche anno fa l’avvocato Giuseppe Iannaccone ospitò, negli spazi del suo studio legale, in cui è conservata parte della collezione di arte contemporanea, alcune opere di un giovane artista quasi sconosciuto al pubblico». Si tratta di Francesco Gennari, di cui Giuseppe Iannaccone oggi possiede l’intera produzione.

«È da questa bella esperienza che è nata l’idea del collezionista di ospitare, all’interno dello studio, alcune piccole mostre in un continuo confronto con le opere di artisti già  presenti nella sua collezione e talvolta già  consacrati dai libri di storia dell’arte italiana e internazionale», si legge sul sito web. Così, la collezione assume un ruolo attivo non solo nel dialogo tra linguaggi diversi, ma anche nella promozione di giovani talenti.

Dall’esperienza della collezione e dai progetti espositivi e curatoriali, Iannaccone ha di recente inaugurato a Milano la Fondazione Giuseppe Iannaccone, un ente con l’obiettivo di incrementare l’attività culturale già svolta e di dedicarsi a temi sociali. Un progetto ambizioso, mosso dalla volontà di «trasmettere la straordinaria forza che l’arte può esprimere nel perseguimento di finalità sociali. Numerosi progetti in cantiere saranno rivolti al supporto dei gruppi più fragili e alla diffusione dell’arte come sostegno per ritrovare equilibri perduti».