Javier Milei: il nuovo presidente argentino taglia il Ministero della Cultura

Appena entrato in carica, Javier Milei ha ridotto a otto il numero dei ministeri in Argentina. Tra gli eliminati, il Ministero della Cultura

Il nuovo governo argentino guidato da Javier Milei si è insediato da appena una settimana, il 10 dicembre, e i tagli promessi agli elettori non tardano ad arrivare. Ma questi si rintracciano già nelle premesse della nuova amministrazione, con un numero di dicasteri che il presidente Milei ha drasticamente ridotto. Vittima del colpo di accetta, anche il Ministero della Cultura.

«La classe politica precedente ha lasciato il paese sull’orlo della più grande crisi della sua storia. Non desideriamo le decisioni difficili che dovranno essere prese nelle prossime settimane, ma purtroppo non ci hanno lasciato scelta». Queste le parole del discorso inaugurale di Javier Milei, che ha iniziato a tagliare a partire dai costi della politica. E così, con il decreto 8/2023 del 10 dicembre sono stati stabiliti i nuovi ministeri, che da diciotto sono diventati otto: Interni, Affari Esteri, Commercio Internazionale e Culto, Difesa, Economia, Infrastrutture, Giustizia, Sicurezza, Salute, Capitale Umano. Tra i grandi assenti, il Ministero dell’Istruzione e quello della Cultura.

Sarà il Ministero del Capitale Umano, guidato da Sandra Pettovello, ad occuparsi al tempo stesso di istruzione, lavoro, sviluppo sociale e cultura. «Spetta al Ministero del Capitale Umano assistere il Presidente della Nazione e il Capo di Gabinetto dei Ministri, secondo le loro competenze, in tutto ciò che riguarda l’educazione, la cultura, le relazioni e le esigenze individuali e collettive del lavoro», recita il decreto.

In particolare, rispetto alla cultura, il nuovo ministero si dovrà occupare di un ampio raggio di mansioni, dall’attuazione di politiche di diffusione culturale all’interno e all’esterno del Paese alla pianificazione delle politiche di finanziamento delle attività culturali.