100 milioni di dischi venduti e una band che ha fatto la storia dell’alternative rock statunitense. Poi nel 2011, dopo 30 anni di carriera, la notizia che gela tutti i fan: i R.E.M. si sciolgono. Un fulmine a ciel sereno che lascia orfani milioni di fedelissimi. Da quel giorno, il frontman Michael Stipe è tornato alle origini della sua formazione, impegnandosi nel campo delle arti visive a tempo pieno. Alla Fondazione ICA Milano sta per aprire la sua personale: I have lost and I have been lost but for now I’m flying high, curata da Alberto Salvadori.
Aperto al pubblico milanese dal 12 dicembre al 16 marzo 2024, il progetto espositivo prende ispirazione da una poesia di Max Ehrmann, incentrandosi sul tema del ritratto come simbolo di vulnerabilità e resilienza. «La vulnerabilità diventa un superpotere in questa dinamica», si legge nel booklet della mostra, attraverso le parole di Stipe. «Una mappa che descrive le difficoltà del nostro presente mettendo in luce nuove opportunità e una rinnovata comprensione della nostra importanza, non solo per noi stessi, ma anche per coloro che ci circondano, per le nostre comunità, per il nostro mondo. In questo momento scelgo di concentrarmi sul bene più prezioso, sulla brillantezza, sulla bellezza e sulla giocosità della vita. Ho perso e mi sono perso, ma per ora sto volando alto».
L’artista colloca sotto la lente di ingrandimento la dimensione caotica della nostra contemporaneità e invita il visitatore a intraprendere un’esperienza di progressiva presa di coscienza della propria vulnerabilità. Attraverso una selezione accurata delle opere di Stipe – che abbracciano un ampio ventaglio di linguaggi espressivi, dalla fotografia alle copertine di libri, dalle ceramiche alle sculture in gesso, fino alle opere audio – la mostra offre al visitatore uno sguardo completo sul suo universo creativo, a partire dagli omaggi scultorei evidentemente dedicati a Constantin Brancusi e Marisa Merz.
Il percorso espositivo concepito per Fondazione ICA Milano offre così una ricognizione nell’universo creativo di Michael Stipe, definendolo nel suo insieme un grande autoritratto composto per ritratti. Nel loro insieme, i lavori restituiscono un’impressione del momento di passaggio in cui ci troviamo. L’artista declina le opere attraverso diverse modalità di costruzione formale che vedono da un lato l’utilizzo della rappresentazione analogica, particolarmente evidente nelle sculture realizzate a mano, dall’altro un percorso di creazione completamente digitale, presente attraverso oggetti di produzione industriale allestiti in mostra.
I have lost and I have been lost but for now I’m flying high è affiancata dal libro Even the birds gave pause, quarto volume fotografico di Michael Stipe, edito da Damiani Books e realizzato in collaborazione con Fondazione ICA Milano. La quotidianità è il suo repertorio di ispirazioni che si concretizzano in una varietà di possibili restituzioni in forma di ritratti fotografici, sculture in gesso e inchiostro, plastica e cemento, produzione di libri e performance audio/video. Nella ricerca visiva di Stipe, il raggio di azione riflette una totalità espressiva trasversale e transdisciplinare, la cui dimensione creativa è caratterizzata dall’esplorazione istintiva di media diversi.