La Sologamia di Elena Ketra per Roma Arte in Nuvola

Il primo caso si certifica agli inizi degli anni Novanta negli Stati Uniti, quando una certa Linda Baker per festeggiare il suo quarantesimo compleanno decise di sposare sé stessa, come atto di amore profondo per la propria persona. Approda poi lentamente, in sordina, sul grande schermo nel 2003 in un episodio di Sex and the City, quando Carrie Bradshaw annunciò che si sarebbe sposata con se stessa. Erano tutti i primi segnali di un fenomeno sociale sul nascere che oggi ha anche un nome: soligamia.

Il nuovo fenomeno sociale basato sull’inclusività è portato in scena nella terza edizione di Roma Arte in Nuvola, dall’artista vicentina Elena Ketra. La sua, infatti, è tra le performance più attese della fiera, grazie alla quale sarà possibile sposarsi e ricevere anche il certificato di matrimonio.  

Ketra non è nuova a questo genere di tematiche, nel suo lavoro esplora in diverse accezioni tematiche sociali legate alla violenza di genere e all’empowerment femminile, a inizio anno ha esposto l’opera Utereyes in difesa dei diritti delle donne al museo Madre di Napoli. In fiera proporrà letteralmente un matrimonio sologamico di massa nei tre giorni di apertura al pubblico, all’interno dello stand di Supermartek, partner del progetto artistico. Chi vorrà potrà sposarsi con se stesso portando a termine il rito di preparazione digitale davanti a un touch screen, sul quale sarà invitato a siglare le promesse di rispetto e amore verso se stessə. Un rito che l’artista aveva già presentato a Roma quest’estate durante una performance a Videocittà e che prosegue ogni giorno su www.sologamy.org

Per Roma Arte in Nuvola, oltre a una speciale wedding box numerata e firmata, l’artista presenta nello stand un progetto editoriale creato in collaborazione col graphic designer Fabio Lazzari: una pubblicazione unica che contiene un’immagine a dimensione reale dell’artista sullo sfondo, e che racconta, attraverso giochi di colori e grafica fluo, la storia della sologamia. Così, per la prima volta il tema ha una fanzine ufficiale in Italia disponibile su www.supermartek.it.

«Imparare ad amare se stessə è necessario per poter amare in modo libero ogni altro essere umano. L’inclusione sociale parte prima da noi stessə», racconta l’artista spiegando la poetica che l’ha ispirata. «La bellezza della sologamia sta nel riconoscere che siamo unichə e specialə tuttə e che non possiamo amare, accettare e rispettare davvero un’altra persona se prima non troviamo l’armonia dentro noi stessə. La sologamia è fondata sul principio di autoconsapevolezza e autodeterminazione, la realizzazione di sé ma senza privare gli altrə di qualcosa o escluderlə. Non  è una chiusura verso l’esterno, al contrario, grazie a questa presa di coscienza arricchisci la tua esperienza sociale e le tue relazioni».

«La mia ricerca pone al centro tematiche sociali, come l’empowerment femminile, le questioni di genere e la coscienza di sé, quindi la sologamia è stato un incontro naturale perché si fonda su una filosofia intimista che ha in sé le basi dell’inclusione sociale – ha dichiarato l’artista in un’intervista – La performance digitale Sologamy ne è il manifesto più limpido, in quanto esiste solo grazie all’interazione e abbraccia tutti i generi».

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