Dopo quasi mezzo secolo e 27 ministri della Cultura della Repubblica italiana finalmente la celeberrima stanza segreta di Michelangelo, nascosta per anni all’interno di quello che oggi è il Museo delle Cappelle Medicee di Firenze, apre finalmente le sue porte al pubblico.
Le figure disegnate e attribuite a Michelangelo Buonarroti furono scoperte quasi per caso nel novembre del 1975 quando Paolo Dal Poggetto, allora direttore del Museo delle Cappelle Medicee, incaricò il restauratore Sabino Giovannoni di effettuare dei saggi di pulitura in uno stretto corridoio sottostante l’abside della Sagrestia Nuova, in occasione di un sopralluogo preliminare alla ricerca di uno spazio adeguato alla realizzazione di un’uscita del museo aggiuntiva.

La stanzetta, 10 metri di lunghezza per 3 di larghezza, alta al culmine della volta 2 metri e 50, era stata usata come deposito di carbonella fino al 1955 e poi inutilizzata, rimasta chiusa e dimenticata per decenni, sotto una botola completamente coperta da armadi, mobili e suppellettili accatastate. È qui, durante dei saggi sulle pareti, che il restauratore si imbatté, sotto due strati di intonaco, in una serie di disegni murali di figura, tracciati con bastoncini di legno carbonizzato e sanguigna, di dimensioni varie, in molti casi sovrapposti, che dal Poggetto attribuì per la maggior parte a Michelangelo.
«Questo ambiente così piccolo è un vero unicum per il suo eccezionale potenziale evocativo. Le sue pareti sembrano contenere a stento numerosi schizzi di figura, in buona parte di formato monumentale, tracciati da segni che attestano una grande chiarezza progettuale – ha commentato Francesca de Luca, curatrice del Museo delle Cappelle Medicee sul Corriere della Sera –. A questi si accompagnano studi, variamente accurati o sommari, di dettagli anatomici, di volti, di pose inconsuete».
L’accesso al cubicolo avverrà esclusivamente tramite prenotazione e sarà testato in via sperimentale a partire dal 15 novembre, sotto la costante osservazione dell’Opificio delle Pietre Dure. In aggiunta, le visite saranno suddivise in fasce orarie, al fine di garantire l’intervallarsi dei periodi di luce e di buio.