
IL MISTERO DELLA COLLEZIONE AGNELLI
Una delle collezioni d’arte più preziose d’Italia, collegata all’eredità di Giovanni Agnelli, è sparita nel nulla. A questo mistero ormai iniziato dopo la morte nel 2003 dell’Avvocato è dedicata anche la puntata del 15 ottobre di Report. Al centro del giallo c’è proprio la collezione di opere d’arte: mancano all’appello ben 636 opere, tra cui tele di Claude Monet, ma anche opere di Giorgio De Chirico, Jean-Léon Gérôme, Giacomo Balla e molti altri.
L’eredità di Agnelli vede come protagonisti la figlia Margherita, contrapposta ai nipoti figli John, Lapo e Ginevra Elkann.
A comunicare la sparizione è stata proprio quest’ultima, che tempo fa ha denunciato il furto di diversi dipinti di grande valore, che sarebbero scomparsi da un caveau in Svizzera. Sono quindi partite le indagini del TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) del Lazio, da cui però sarebbe emerso che, in realtà, queste opere non sarebbero mai state custodite nel caveau indicato dalla figlia dell’Avvocato.

IL REGISTRO DEL MINISTERO E LA LISTA SEGRETA DI OPERE
Le opere della collezione di Agnelli oltre che di inestimabile valore, sono anche contenute in un registro pubblico del Ministero, teoricamente consultabile al pubblico. Il giornalista di Report avrebbe quindi richiesto al Ministero il permesso per la consultazione, ottenendolo, ma subito dopo Ginevra, John e Lapo avrebbero presentato un esposto, opponendosi, rivolgendosi al Tar del Lazio.
In particolare, secondo i nipoti di Gianni Agnelli, l’accesso a tale registro nazionale violerebbe la privacy e il diritto di proprietà degli eredi. L’organo di giustizia amministrativa, ha dato ragione ai fratelli, e ha accolto la loro richiesta di sospensione cautelare. L’udienza di merito è fissata per il 31 ottobre ma nel frattempo è stato sospeso l’accesso al registro detenuto presso il Ministero della cultura.

Nonostante questo Report comunica sulla sua pagina twitter di essere in possesso della lista segreta delle opere di Gianni Agnelli di cui c’è anche un’opera, il “Glaçons, effet blanc” di Monet del 1894, di sui si sono perse le tracce. Si trovava a Villa Frescot, ma nel 2013 risulta venduto a un’asta a New York.
Si tratta di una lista di opere non notificate al Ministero dei Beni Culturali perché non compaiono nei registri e che, come molti frequentatori della casa di Gianni Agnelli possono confermare, si trovavano in diversi appartamenti di proprietà di Agnelli. Alcune di queste opere sono state illecitamente portate fuori dai confini nazionali e non se ne riesce a ricostruire oggi il percorso che le ha condotte nelle mani di collezionisti stranieri o battute all’asta da Sotheby’s.

CHI SAREBBERO I VERI EREDI DELLA COLLEZIONE?
La questione non marginale è inoltre chi sia il legittimo erede di questa collezione. Mentre Margherita Agnelli sostiene che i dipinti siano di sua proprietà, così come le case in cui erano custodite, i fratelli Elkann sostengono che questi dovrebbero passare direttamente ai nipoti – nell’accordo transattivo c’è una pagina, la cosiddetta “pagina 75”, che è stata strappata, ci sarebbe stato l’elenco completo della collezione – perché i dipinti erano di proprietà di Marella Caracciolo e quindi non facevano parte dell’eredità di Margherita.
Alla morte di Agnelli, tre proprietà immobiliari sono passate in eredità alla moglie Marella Caracciolo, che ha continuato a custodire le opere d’arte contenute al loro interno. Opere che sono il frutto di una passione che accomunava Marella e Gianni, passione per l’arte culminata nel 2002 nella creazione della Pinacoteca Agnelli, situata all’ultimo piano del Lingotto a Torino e progettata dall’architetto Renzo Piano.