Le stelle di Lucia Cantò alla Fondazione Elpis

Tracce e segni si confondono nello spazio espositivo e nelle sculture di Cantò, un respiro che si rinnova e segna il passare del tempo

«Stelle che sorreggono altre stelle desidera avvicinarsi alle persone ed essere intessuta di relazioni, accogliendo chi guarda e mimando un processo vitale, grazie a un proprio ritmo interno e alla presenza di un laboratorio attivo, volto a stimolare una trasformazione nei suoi partecipanti. La stessa circolarità espressa dalle parole del titolo ricorda infatti un respiro che si rinnova e segna il passare del tempo». Sono le parole dei curatori Giovanni Paolin e Sara Maggioni, nel raccontare la mostra di Lucia Cantò alla Fondazione Elpis.

Aperta al pubblico fino al 4 febbraio 2024, Stelle che sorreggono altre stelle, prende le mosse dalla stretta relazione tra l’artista e i curatori nata in occasione della terza edizione di Una Boccata d’Arte (2022) – progetto d’arte contemporanea diffuso in tutta Italia – che ha visto Lucia Cantò protagonista dell’intervento Restrizione emotiva nel borgo di Malamocco, in provincia di Venezia. 

Presentando diverse evoluzioni delle linee di ricerca di Lucia Cantò (Pescara, 1995), Stelle che sorreggono altre stelle si concentra in particolare su due aspetti che caratterizzano la produzione più recente dell’artista: il vaso come presenza significante in uno spazio e le possibili modalità di collaborazione con una comunità temporanea. Due prospettive che, esplorate nella loro fase embrionale in occasione di Restrizione Emotiva, vengono ora approfondite e messe in relazione presentando una serie di opere inedite e amplificando le fasi di partecipazione al lavoro dell’artista. 

Affianca la mostra un percorso laboratoriale, avviato tramite open call e iniziato nel mese di settembre 2023, nel quale un gruppo di partecipanti, senza limiti di età, genere o professione, è chiamato a realizzare un autoritratto sotto forma di vaso in terracotta. Un’esperienza che trova spazio anche durante il primo periodo di apertura dell’esposizione, con la creazione al piano superiore della Fondazione di un ambiente di lavoro in cui si intrecciano occasioni di riflessione poetica, laboratori pratici e momenti di condivisione processuale. 

Concluso il laboratorio, il primo piano si trasformerà da spazio di lavoro in spazio dedicato all’esposizione dei vasi prodottie collettivamente. Per assecondare tale cambiamento, le strutture presenti in sala sono state progettate grazie a un dialogo tra l’artista e Studio GISTO. Ne sono nati una serie di moduli pensati per una continua trasformazione, possibile grazie a diverse modalità di assemblaggio, per agevolare i processi, gli esiti e allo stesso tempo dare forma a un luogo di lavoro collettivo. 

Come indica il titolo, che fa riferimento alla delicatezza di invisibili rapporti ciclici e alla forza generata da piccole costellazioni di punti luminosi, Stelle che sorreggono altre stelle si muove secondo un ritmo scandito da diversi cicli vitali, legati alla creazione e alla vita delle opere stesse: a un primo momento in cui si presentano i lavori dell’artista e alcuni esiti del laboratorio, ne segue un secondo in cui una parte dell’impianto espositivo si modifica trasformando lo spazio di lavoro in un luogo di fruizione degli autoritratti ultimati. 

Stelle che sorreggono altre stelle è quindi una mostra circolare, che si apre e si chiude a contatto con la terracotta, attivata dall’investimento emotivo di una piccola comunità. Ciò che la tiene legata nella sua interezza e appare come cardine della ricerca di Lucia Cantò è la parola scritta, fatta di appunti, tracce sulle opere e segni che si confondono nello spazio espositivo. Il linguaggio è alla base di ogni scultura dell’artista ed è in grado di connettere ogni sua installazione. 

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