Al via dallo scorso luglio il progetto Art Diners: all’interno di Villino Sartorio, sede solitamente inaccessibile, quattro cene performance, seguite rispettivamente da quattro mostre personali della durata di tre giorni. Il progetto nasce dall’incontro tra l’architetta Marta Gaudino e le curatrici Irene Machetti e Alessia Simonetti, con la volontà di scardinare le abituali dinamiche della fruizione culturale dell’opera d’arte, in partnership con Sa.L.A.D e con il supporto di British Council, British School at Rome e Artable. Art Diners presenta in tutto quattro stagioni, ognuna dedicata a un artista, attorno alle quali si sviluppano le performance di food art e le mostre: Allucinazione, Metamorfosi, Mito e Rito.

Dopo il successo della prima performance, che ha visto come protagonista Paolo William Tamburella, è in arrivo la seconda stagione che vedrà coinvolta l’artista Giusy Pirrotta.
La prima delle quattro cene, che si protrarranno fino a novembre 2023, ha esplorato il tema dell’allucinazione: «L’allucinazione è una visione non razionale della realtà. Qualcosa che modifica la nostra percezione e ci consegna una lettura diversa, in un certo senso più profonda», ha raccontato Tamburella in una performance volta ad affrontare il tema dell’identità culturale e della valorizzazione delle tradizioni. «Il cibo rappresenta condivisione e creatività, ma è anche un linguaggio per raccontare il mondo che si è vissuto». È proprio attraverso il cibo e la tavola che Tamburella ha raccontato del viaggio in Bangladesh che ha segnato la sua vita, con l’obiettivo di dare vita a suggestioni reciproche potessero diventare un’occasione di stimolo e conoscenza.
Sarà Giusy Pirrotta invece, il 22 settembre, ad indagare il Rito, elemento che da sempre caratterizza la formazione identitaria dei popoli, rompendo i confini tra religioso e profano, magico e terreno, mitologico e quotidiano. Allo stesso modo, le opere di Pirrotta escono da rigidi schemi e abbracciano più tradizioni e linguaggi visivi, impiegando tecniche spesso modulate da lei stessa.
Le opere che Pirrotta presenterà, tra cui molte nuove produzioni realizzate ad hoc per il progetto, sono sculture ibride in ceramica, indossabili, ricche di riferimenti simbolici che vanno dai riti pagani – soprattutto quelli che esaltano l’avvicinamento alla dimensione primitiva e selvaggia dell’uomo – a eventi autobiografici, seguendo l’evoluzione del suo lavoro nell’ esplorazione del confine tra reale e fantastico. Le opere vogliono favorire l’interazione tra gli ospiti attraverso dei rituali veicolati da ingredienti naturali che sono poi parte delle pietanze servite durante la cena e consumate dagli stessi: «Mi piace vedere come la materia si sviluppa sotto il mio controllo anche in maniera inaspettata, non pianifico molto i pezzi che faccio, parto sempre da concetti, sensazioni e un disegno, la base di tutto, mi chiarisce le idee. Uso spesso riferimenti letterari e poi lascio al caso, ma non faccio mai fare i miei lavori ad altri».

Durante la performance, i partecipanti saranno coinvolti in una declinazione contemporanea del rito che si avvicina alle forme di quelli canonici attraverso le fasi del rituale, fatto di gesti e parole condivise. Una pratica che porta l’individuo all’interno di un contesto collettivo, come quello della cena, nel quale l’arte diventa lo strumento principe per l’attivazione delle fasi che compongono l’evento
Per ciascuna mostra le opere esposte saranno attivate durante una cena performance, dal carattere installativo e partecipativo, ideate tramite un dialogo continuo fra l’artista e la curatrice e food artist Irene Machetti . Queste instaurano un dialogo inedito tra cibo, opere d’arte e spazio, rielaborando la poetica di ciascun artista in chiave ancora più contemporanea e partecipativa. «Come collettivo curatoriale il nostro obiettivo è quello di dare vita a progetti ogni volta diversi, ma complementari, ciascuno articolato in eventi in stretto dialogo tra loro». ci dice Alessia Simonetti.

La successiva stagione di Art Diners approfondirà il tema del Mito, grazie alla partecipazione di Catriona Gallagher, che realizzerà una mitologia contemporanea, partendo dall’elemento naturale per sviluppare un’analisi filo-antropologica, per poi chiudere con l’ultima stagione di Emiliano Maggi, ancora top secret.
È possibile partecipare alla cena performance su invito, mentre è possibile visitare la mostra gratuitamente nei due giorni successivi presso Villino Sartorio.