Le stelle di Zanchi, il gioco dell’arte al Pastificio Cerere

"No Diamonds in the Sky" è la personale dell'artista alla Fondazione Pastificio Cerere, una costellazione all'interno di un cielo notturno

No Diamonds in the Sky è la prima personale romana di Davide Mancini Zanchi. La mostra rappresenta un’unione di tecniche rappresentative, tra pittura, installazione e performance. L’artista utilizza per la sua arte riferimenti culturali consolidati, ma decontestualizzandoli nello spazio e nella forma. Alla Fondazione Pastificio Cerere, Zanchi ha sviluppato un progetto in cui rielabora e spoglia del contesto la tradizionale rappresentazione del cielo stellato, tipicamente presente tra le volte delle chiese italiane.

Nelle quattro stanze dello spazio, infatti, viene sempre rappresentato lo stesso soggetto, le stelle, creato attraverso una tecnica piuttosto insolita: cioè la carta bagnata e masticata, letteralmente sputata con una penna bic. Come la cerbottana che si faceva da bambini a scuola. È proprio questo rituale di creazione dell’opera a farne parte integrante. L’artista infatti decide di utilizzare azioni infantili e oggetti quotidiani per creare qualcosa che dovrebbe essere percepito come divino, quasi come sacro. 

«Le stelle sono belle, le vediamo così lontane da noi – ha spiegato Zanchi – Al Pastificio abbiamo esposto qualche quadro che fa da intro al lavoro che ho pensato per la stanza più grande della mostra. Tutta la stanza è blu, come le tele che la precedono, un blu scuro, notturno, fatto di pennellate che a volte spariscono e altre volte sono nervose, dure, così come la materia pittorica appare e scompare. I cieli sono notturni e limpidi per questo le costellazioni sono piuttosto evidenti».

«Le stelle bianche – aggiunge Zanchi – popolano la superficie del quadro, ad un primo sguardo nulla sembra fuori posto, i diamanti ci sono ancora. Volendo, ci si può avvicinare alle stelle; da vicino si percepisce una materialità della stella che, a questo punto, notiamo essere appiccicata sulla superficie pittorica. Si scopre che le stelle sui miei quadri sono fatte masticando dei pezzettini di carta che poi sparo sulla superficie dipinta tramite il tubo di una penna bic vuota. Le stelle si avvicinano e i diamanti iniziano a perdere luccicanza».

Non si tratta però di un tema nuovo per Zanchi. L’artista non solo aveva già proposto al pubblico il suo cielo stellato irriverente ne il ciclo dei Cieli, ma anche nelle sue mostre precedenti ha sempre dimostrato di avere una passione per gli oggetti di uso quotidiano, spesso protagonisti o fonti primarie dei suoi lavori. Il suo intento, dunque, non ci è nuovo, ma ci viene presentato attraverso il risultato di un processo faticoso ma allo stesso tempo giocoso, connubio sereno e ironico percepibile dal pubblico senza il bisogno di utilizzare troppe retoriche: «Il gesto – racconta l’artista – è quello del bulletto di paese che alle scuole d’infanzia infastidiva il compagno più attento. Nella mostra di Zanchi al Pastificio Cerere c’è un grande cielo notturno che mischia senza sosta il romanticismo alla saliva».

Davide Mancini Zanchi, No Diamonds in the Sky
fino al 21 luglio
Fondazione Pastificio Cerere – via degli Ausoni 7, Roma

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