“Caso” Maxxi, le scuse di Alessandro Giuli: «la serata doveva andare su un altro binario»

Il Presidente del museo romano si scusa con i dipendenti e con il pubblico, prendendo le distanze dalle parole e dai toni usati da Sgarbi

«Tutto nasceva con presupposti diversi, doveva essere una libera e mite conversazione tra un artista e un sottosegretario ma in quella circostanza la discussione ha preso una piega diversa e ho cercato di contenere i possibili esiti di quel disagio che poi è nato». Così ai microfoni del TG1 Alessandro Giuli, presidente del MAXXI, commenta l’accaduto a pochi giorni dalla bufera che si è scatenata sul museo romano a seguito dell’incontro tra il Sottosegretario Vittorio Sgarbi e Morgan per l’inaugurazione dell’Estate al MAXXI.

La serata del 21, come abbiamo già raccontato, ha preso difatti una piega inaspettata: parolacce, commenti sessisti e conversazioni che hanno ben poco a che fare con la cultura si sono susseguite nel corso della presentazione della rassegna estiva del museo romano.
Un comportamento, quello di Sgarbi, che è stato condannato non solo dal mondo della politica e della cultura ma anche dai dipendenti del museo che hanno scritto subito dopo una lettera a Giuli per avere un confronto diretto sul tema, confronto che è avvenuto immediatamente e che si è concluso con una comunicazione formale dei lavoratori del Maxxi che hanno espresso il pieno appoggio al presidente Giuli.

«Sono rammaricato – ha affermato Giuli nell’intervista al telegiornale – e chiedo scusa ai dipendenti del Maxxi con i quali da subito ho condiviso questo disagio e sono scuse che il Maxxi fa innanzitutto a se stesso e a tutti quelli che si sono legittimamente sentiti offesi da una serata che nei presupposti doveva andare su un altro binario».

E conclude allineandosi alle affermazioni del Ministro Gennaro Sangiuliano, che aveva già espresso pochi giorni fa la necessità del rispetto delle persone, discostandosi da ogni forma di volgarità: «In questo momento sottoscrivo pienamente le osservazioni del ministro Sangiuliano: il turpiloquio e il sessismo non possono avere diritto di cittadinanza nel discorso pubblico e in particolare nei luoghi della cultura. A posteriori non c’è spazio per alcuna considerazione che ricalchi lo schema che abbiamo visto nell’inaugurazione dell’estate al Maxxi».