Come possiamo sfruttare la luce stessa per creare una nuova traiettoria dello sguardo? È la domanda alla base di Rifrazioni, la programmazione artistica di SPAZIO GRIOT che, attraverso un ricco calendario di appuntamenti multidisciplinari, s’interroga ancora una volta sulle illusioni di rifrazione della società contemporanea e ci invita a riflettere sulla complessità delle varie dimensioni del sé. Dal 20 giugno al 30 luglio, negli spazi della Pelanda del Mattatoio di Roma e dell’EXP – Caffè delle Esposizioni al Palazzo delle Esposizioni si alterneranno performance, talk, workshop, listening session, live set, e la prima personale dell’artista e regista Liryc Dela Cruz Il Mio Filippino: For Those Who Care To See.


Partendo dal concetto di rifrazione, che in fisica indica la distorsione della luce quando incontra sostanze che deviano la sua traiettoria, l’edizione di quest’anno indaga la rifrazione metaforica che altera la rappresentazione dei corpi all’interno della società e il modo in cui le dinamiche globali e locali influenzano la visione di ciò che è esistente. Che rapporto esiste tra la percezione dei corpi e le condizioni socio politiche che questi corpi incarnano? Attraverso quale lente si è soliti osservare le varie identità?
L’esposizione alla Pelanda di Liryc Dela Cruz, regista e artista filippino residente a Roma, prosegue la sua ricerca pluriennale sulla diaspora filippina in Italia, la terza comunità asiatica più numerosa in Italia, la seconda comunità straniera più numerosa di Roma. Partendo dalla pratica tipicamente occidentale di associare un’etnia a un lavoro, come nel caso del collaboratore domestico filippino in Italia, Dela Cruz restituisce uno spaccato di questa comunità, fortemente presente e altrettanto invisibilizzata, mettendo in luce i corpi esausti dei lavoratori e lavoratrici filippini e riflettendo su come i processi coloniali di controllo e razzializzazione abbiano alterato lo sguardo sui corpi all’interno della società. La mostra presenta un’installazione composta da quattro video, tre dei quali evocano una coreografia del lavoro, robotico e militarizzato, di diverse lavoratrici domestiche filippine che puliscono le case dei loro datori di lavoro, giustapposti a un video di grande formato di una donna che dorme, posizionato all’interno di una camera filigranata, realizzata con il kulambo, rifugio provvisorio intorno alla figura che riposa. Immerso in un sottofondo sonoro distopico, a tratti tenue e onirico, l’artista invita a riflettere sulla pressione esercitata sui filippini e le filippine ad abbandonare la propria identità a favore di una veste domestica passiva e fedele, negoziando al tempo stesso le modalità di riappropriazione sociale, metaforica e reale del sé filippino.

Nata nel 2015, SPAZIO GRIOT è una piattaforma curatoriale indipendente fondata dalla curatrice Johanne Affricot (parte del collettivo GRIOT insieme a Celine Angbeletchy, in arte Ehua, ed Eric Otieno Sumba) da sempre impegnata ad amplificare le voci marginalizzate nel panorama artistico e culturale italiano e internazionale, per coltivare un pensiero critico sul presente interpellando nuovi possibili immaginari.
Intorno al tema di Rifrazioni, in cui si inserisce la mostra, ruota anche il programma pubblico tra gli spazi della Pelanda del Mattatoio e quelli dell’EXP – Caffè delle Esposizioni al Palazzo delle Esposizioni. A inaugurare il calendario è proprio la performance multimediale di Liryc Dela Cruz Il mio filippino (20 giugno), frutto del lavoro di documentazione raccolto dall’artista attraverso le storie di collaboratrici e collaboratori domestici filippini. Una performance con Benjamin Vasquez Barcellano Jr, Sheryl Palbacal Aluan e Jenny Guno Llanto. Dopo uno studio attento della ritualità dei gesti di questi lavoratori e lavoratrici invisibilizzati, l’artista trasforma i diversi movimenti per tradurli in una nuova coreografia.

*Il progetto è promosso dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e dall’Azienda Speciale Palaexpo e co-prodotto e organizzato da Azienda Speciale Palaexpo e SPAZIO GRIOT, main sponsor Gucci, con il supporto del British Council e in collaborazione con l’American Academy in Rome, Fondazione Polo del ‘900 ed EXP.
Tutti gli appuntamenti, alla Pelanda e a Palazzo delle Esposizioni, qui: spaziogriot.org