QUORUM: tre giorni d’arte contemporanea alle Terme di Diocleziano per il festival della Quadriennale

Il Festival rappresenta un’opportunità d'incontro per interrogarsi sul senso delle discipline culturali e sul loro rapporto con la società

Il termine quorum indica il numero di partecipanti o elettori necessario affinché una votazione sia valida. Ed è a partire da questa premessa di necessità di presenza che si fonda la ragione del Festival d’arte contemporanea organizzato dalla Fondazione La Quadriennale di Roma e Museo Nazionale Romano. In programma dal 9 all’11 giugno 2023 nella suggestiva cornice archeologica delle Terme di Diocleziano, la manifestazione conta tre giorni di laboratori, talk, performance, mostre, proiezioni e musica, totalmente aperti ai cittadini (l’ingresso è libero fino a esaurimento posti). QUORUM rappresenta allora un’opportunità d’incontro per interrogarsi sul senso delle discipline culturali e sul loro rapporto con la società odierna, nella consapevolezza che dalla capacità di saper costruire in modo funzionale questa dialettica si definisce lo stato di salute intellettuale di un Paese e di una generazione. «Nel variegato panorama dei festival italiani ne mancava uno dedicato all’arte contemporanea italiana, nel vasto programma di iniziative che la Quadriennale di Roma sta producendo con la direzione artistica di Gian Maria Tosatti abbiamo pensato di iniziare a colmare questo vuoto», ha dichiarato questa mattina Umberto Croppi, presidente della Quadriennale di Roma. «È un inizio, l’avvio sperimentale di un percorso che intendiamo proseguire nel tempo, con la prospettiva di realizzare uno strumento, sempre più ampio e partecipato, che consenta di fare il punto sulla produzione, sulla critica, sulla diffusione dell’arte contemporanea, in Italia e all’estero. Con la cautela e la cura che una nuova creatura necessita, ma senza l’ambizione di esaurire un compito che richiederà tempo e graduale coinvolgimento».

Dopodomani, exhibition view, Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano, 2023, courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma, photo Carlo Romano

Come in questi anni ci ha abituato l’attività di Quadriennale, diretta dall’artista Gian Maria Tosatti ormai da tre anni, anche nei giorni del Festival vedremo critici, docenti universitari, filosofi, esponenti delle istituzioni, direttori e curatori di musei italiani e internazionali, ma anche rappresentanti di spazi no-profit dialogare insieme aprendosi verso un ragionamento critico che vada verso un orizzonte di sistema, interconnettendo tutti gli attori del sistema culturale, aprendosi alla collaborazione e uscendo dal cerchio che spesso il mondo dell’arte si disegna intorno. «Questo festival credo sia, prima di tutto, una disciplina di pensiero», dice Tosatti. «Credo che tutto ciò che abbiamo fatto in questo anno e mezzo sia stato non tanto un lavoro “sulla” Quadriennale, ma un lavoro “attraverso” la Quadriennale. Ho cercato di fare in modo che questa istituzione, dal ruolo strategico nel sistema culturale, potesse riattivare processi virtuosi capaci di risolvere alcuni problemi persistenti relativi al ruolo del “servizio pubblico”, all’affidabilità (e quindi alla scientificità) dei metodi di ricerca, al ripristino di spazi per la riflessione critica, alla visibilità internazionale della nostra scena, alla professionalizzazione di questo settore nell’età giusta (quella in cui ci si professionalizza anche all’estero) e via dicendo. Ma tutto questo lavoro, per poter portare dei frutti, necessita di interlocutori. Ce ne sono stati, fin qui, molti. Sia nel Paese che all’estero».

Quella del festival diventa allora, un’occasione di incontro rivolta principalmente alle altre istituzioni pubbliche, per favorire il dialogo e la costruzione di vere infrastrutture culturali a servizio dell’arte italiana. Sempre Tosatti ricorda: «Non dobbiamo inventare niente di nuovo, dobbiamo far funzionare meglio quello che già c’è. Incontrarsi con l’obiettivo di affrontare pubblicamente questa sorta di tabù,credo possa essere un primo passo per provare a smettere di essere tante singolarità che si muovono autonomamente e iniziare a diventare ingranaggi di un sistema che abbia la forza e l’armonia di un’orchestra e che, quindi, sia capace di sostenere, per davvero, le partiture belle e complesse che gli artisti ci propongono e che noi abbiamo il dovere di aiutare a diffondere anche sul piano internazionale».

Nei tre giorni del festival, nell’Aula XI del grande mosaico, è aperta gratuitamente al pubblico la mostra Dopodomani, a cura della Direzione artistica della Quadriennale. “Un punto di partenza”, che porta a riflettere sul tema del Futuro attraverso le opere di artisti e artiste che hanno partecipato all’ultimo anno di attività della Quadriennale: Stefano Canto, Lucia Cristiani, Daniele Di Girolamo, Giuseppe Di Liberto, Irene Fenara, Federica Francesconi, Lucas Memmola, Gabriella Siciliano.
Una mostra che non è consolatoria ma che, anzi, ci mette di fronte all’evidenza della difficoltà giovanile non solo di vede, ma anche di immaginare il domani e, quindi, alla quasi impossibilità di costruirlo: dallo spaesamento che emerge dal video di Daniele Di Girolamo, alle ombre appena percepibili della pittura di Federica Francesconi. Dalla stella sgonfia e l’atmosfera di “festa finita”, di Gabriella Siciliano al “ritorno all’ordine” del video di sorveglianza di Irene Fenara. Dalla precarietà delle sculture di ghiaccio di Stefano Canto al post-umano, post-naturale di Lucas Memmola, e poi pensare anche che forse la morte non è la fine ma un momento in cui trasmettere qualcosa perché la catena del futuro non si fermi, come emerge dalle opere di Giuseppe Di Liberto e Lucia Cristiani.

La Quadriennale lavora da tempo su più tavoli, non soltanto quello museale, italiano ed estero, ma anche quello della riflessione critica e quello universitario. In tal senso, tra le ultime novità c’è sicuramente quella dell’Archivio Biblioteca della Quadriennale che amplia l’accesso al proprio patrimonio con la pubblicazione online del nuovo sito internet. Una piattaforma che conta circa 100.000 schede di natura archivistica, bibliografica, biografica su eventi e mostre, insieme all’intera collezione delle rassegne-stampa, 31 volumi contenenti gli articoli sulle mostre organizzate dalla Quadriennale dagli anni Trenta agli anni Settanta, per un totale di 16.000 ritagli, una miniera di informazioni sulle vicende dell’Istituzione ma ancor più sulla critica d’arte, sul collezionismo e sugli artisti italiani e sulle loro opere. La nuova piattaforma è l’esito di un complesso lavoro avviato da oltre un anno che ha coinvolto la società Promemoria Group di Torino che si è occupata della migrazione informatica dei dati in un nuovo sistema di gestione, basato su Archiui Platform, e della progettazione funzionale e grafica del sito web; la digitalizzazione della raccolta di rassegna stampa e la produzione dei volumi sfogliabili è stata affidata invece alla cura della società Gap di Roma; la realizzazione dell’intero progetto rientra nel programma per i 95 anni della Quadriennale in occasione del 150° anniversario dalla proclamazione di Roma Capitale, per il quale la Fondazione ha ricevuto un sostegno da parte della Presidenza del Consiglio – Struttura di missione anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali ed internazionali.

Con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico più giovane, l’Archivio Biblioteca ha promosso anche il progetto Archivio del futuro, promuovendo l’importanza assoluta dell’archivio come luogo di conservazione della memoria. Il progetto ha preso la forma di una sfida creativa rivolta alle scuole superiori del Lazio, ideata e curata dallo Studio Merlini-Storti di Roma, con un progetto di comunicazione di Studio Pesca, Milano. “Come te lo immagini l’archivio del futuro?”, a questa domanda hanno risposto otto istituti, per un totale di 44 studenti e studentesse coinvolti. La squadra vincitrice è stata poi proclamata quella del liceo classico Goffredo Mameli, con la sceneggiatura Quella canzone sei tu dalla quale gli studenti, sotto la direzione di Gianluca Santoni, hanno realizzato un cortometraggio che verrà presentato il 10 giugno nell’ambito di QUORUM.

Contestualmente è stato presentato il nuovo Annuario d’arte italiana 2022, edito da Treccani, partner editoriale della Quadriennale, realizzato a seguito di un’attività di ricerca coordianata da Raffaella Perna, responsabile del progetto Network interuniversitario della Quadriennale. Il volume ha l’obiettivo di rappresentare la discussione critica sull’arte prodotta in Italia durante il 2022, tracciando un panorama identificabile, fissando un’istantanea di cosa abbia caratterizzato la produzione artistica italiana di una stagione. Lo spoglio delle fonti e l’elaborazione delle schede hanno coinvolto tre giovani ricercatrici: Alessandra Nardelli, Fabiola Tambone, Elisa Turco Liveri, con il supporto di Gaia Bobò, curatrice in residenza della Quadriennale.

È uscito anche l’ultimo numero, il #6, di Quaderni d’arte italiana, la rivista trimestrale ideata dalla Quadriennale di Roma sotto la direzione di Gian Maria Tosatti e anche questa edita da Treccani. In questo numero, si parla ovviamente di futuro, della mancanza di futuro e dello sforzo necessario forse a costruirlo, partendo dal dato reale di dove siamo, «per provare a tracciare un sentiero che vada fin dove vogliamo arrivare».

Tutte le giornate si chiuderanno con performance e dj set serali sempre ad accesso libero fino a esaurimento posti. Tutti gli appuntamenti, qui: quadriennalediroma.org

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