Nell’ex tipografia dettagli esplosi in una commistione di vissuto e immaginario

Rifacendosi alla tradizione animista, Cerruti, Mattingly e Iosilzon sintetizzano nelle loro ricerche tra sogno e realtà, leggibilità e mistero

La galleria Atipografia, dopo il lavoro di rinnovamento, concluso nel maggio del 2022, passato dalle mani dello studio AMAA, presente attualmente alla Biennale di Architettura di Venezia, presenta la sua sesta esposizione: Luminous Terrain. Si tratta di una collettiva delle giovani artiste Yulia Iosilzon, Grace Mattingly e Guendalina Cerruti. Lo spazio di Arzignano, una delle tipografie più antiche del vicentino, oggi dà vita a un programma che coniuga la dimensione commerciale con la vocazione culturale attraverso la duplice azione di una associazione di promozione e di una galleria commerciale. Una struttura ibrida che integra e completa il lavoro di Elena Dal Molin condotto per anni a sostegno e sviluppo delle arti e degli artisti, dando vita a un crocevia del contemporaneo nel cuore del Nord-Est. La galleria rappresenta tra gli unicum del contemporaneo italiano anche in relaziona alla sua storia romantica e avvincente, infatti apparteneva al trisavolo di Dal Molin e dopo anni di studi e problematiche tecniche ha trovato nella cultura il suo scopo primario.

Un plauso anche per aver creduto in un progetto molto ambizioso che presenta sicuramente dei rischi ma che merita sostegno e forte apprezzamento per aver deciso di continuare la storia di famiglia ma con uno diverso sguardo. Attiva fino al 27 luglio la mostra ha il comune denominatore, sia estetico che concettuale, nel mondo fiabesco e fantastico con forte legame all’infanzia e alla finzione. «I lavori che costituiscono la mostra mostrano situazioni inattese, evocano sospensioni emotive, suscitano nell’osservatore interrogativi», spiega Irene Sofia Comi, che ha redatto il testo critico della mostra. «Rifacendosi alla tradizione animista, in cui tutto – vivente o non – prende vita come un organismo, Cerruti, Mattingly e Iosilzon sintetizzano nelle loro ricerche termini solitamente concepiti in opposizione, spingendo ciascuna semantica oltre i propri confini: sogno e realtà, archivio visivo individuale e memoria collettiva, leggibilità e mistero».

Luminous Terrain, installation view at Atipografia, Arzignano, 2023

Le installazioni di Guendalina Cerruti rappresentano monologhi interiori, microuniversicarichi di sentimento e sarcasmo, situati tra realtà, rappresentazione e immaginazione. I dipinti di Grace Mattingly sono luminosi e giocosi, popolati da figure femminili e di genere neutro che si mescolano ad animali e creature in ununiverso  extra-ordinario. Le opere emanano calore e intimità attraverso una palette luminosa, che attira l’attenzione, in scala naturale. Yulia Iosilzon si ispira alle illustrazioni per bambini, alla moda e al teatro per proporre narrazioniframmentarie in opere di grandi dimensioni. La leggibilità iniziale del suo lavoro è messa in discussione dall’usopersistente di tecniche che interrompono l’immagine, rompendo le precedenti impressioni che si hanno dell’opera nella sua pienezza visiva. «In un momento storico – continua Comi – fatto di turbolenze e ridefinizioni, attraverso tre diverse prospettive, le opere parlano del rapporto tra essere umano e realtà esterna, sondando quei legami energetici che possono esistere ma che, per tacito accordo, i dogmi della società odierna preferiscono non pronunciare, rendendoli invisibili».

«Attraversando le sale della galleria – conclude Irene Sofia Comi – nelle opere di Cerruti, Mattingly e Iosilzon si incontrano dettagli esplosi da una strana commistione di vissuto e immaginario. Al confine tra mondo interiore e mondo esterno, emozioni e ricordi si fondono con le dimensioni simboliche della cultura popolare, della mitologia e della psicanalisi infantile. Con un pizzico di nostalgia e leggerezza, le artiste elaborano scenari che, grazie all’immediatezza emotiva, sprigionano il senso più profondo dell’esistente. Questa familiarità coinvolge lo spettatore e diviene un espediente per uscire dal mondo conosciuto, raggiungere il proprio bozzolo per poi tornare di nuovo sulla Terra, più consapevoli. Attraverso le loro opere, tra spirituale e carnale le tre artiste provano a generare un punto di contatto: è Luminous Terrain».

Atipografia merita decisamente il viaggio non solo per la ricerca delle proposte culturali ma perché non si tratta di uno spazio asettico e puramente espositivo ma un vero polo visionario capace di intercettare le tendenze artistiche in un ambiente fortemente comunicativo.

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