Arte, ambientalisti o liquido tracciante? Perché l’acqua del Canal Grande è diventata verde fluo?

Nel 1968 l'argentino Uriburu durante la Biennale aveva tinto di verde le acque della laguna. Questa volta non ci sono rivendicazioni

L’azione di un artista, di alcuni ambientalisti o una semplice perdita di “liquido tracciante”? Cosa ha portato l’acqua del Canal Grande, all’altezza del Ponte di Rialto, a diventare verde fluo?

Si cercano ancora questa mattina i responsabili della chiazza di liquido verde fosforescente che è apparsa ieri sul Canal Grande della città lagunare, all’altezza del Ponte di Rialto. Se già ieri si era ipotizzato che la chiazza fosse stata prodotta da un “tracciante”, ovvero un liquido che viene immesso in caso di una perdita di acqua, per comprenderne il tragitto seguito, si fa ora il punto della situazione con il prefetto di Venezia Michele di Bari. Sul sito dell’Arpav, l’Agenzia regionale per l’ambiente, si legge: “La sostanza presente soprattutto in superficie, risultava ben solubile in acqua. Sono stati comunque eseguiti dei campioni a diverse quote del corpo idrico superficiale, per valutare quanto della sostanza tendesse a depositarsi sul fondale”.

È stato comunque accertato che si tratta di un liquido innocuo per la salute e che non c’è nessun pericolo di inquinamento dalla chiazza verde fluorescente apparsa a Venezia, ma «è il rischio emulazione che più mi preoccupa», ha commentato il presidente del Veneto, Luca Zaia.

Nessuna pista è da escludere ma finora l’azione non è stata ancora rivendicata. Nicolás García Uriburu (1937-2016), artista argentino pioniere della Land Art, lo aveva fatto nel lontano 1968, in occasione della Biennale d’Arte di Venezia. Uriburu, morto nel 2016, fu protagonista del primo blitz artistico-ambientalista: tinse cioè di verde le acque del celebre Canale veneziano utilizzando alcuni secchi pieni di un pigmento (fluoresceina sodica) che rendeva fosforescenti i microrganismi presenti nell’acqua.

Uriburu aveva detto addio alle tele per dipingere sul Canal Grande versando litri della sostanza che colorò le acque di un verde brillante. Uriburu non era invitato alla Biennale e, ovviamente, non aveva nessun permesso: fu quindi inevitabile l’arrivo della polizia che lo portò in questura per identificarlo e denunciarlo. Ma quel gesto diede inizio di una serie di azioni di Uriburu che, condannando il rapporto fra società capitalista e natura, introdussero le questioni ecologiste nel mondo dell’arte.