Segno e parola alla ricerca di un dialogo possibile: Erica Ravenna ospita la mostra FARE UNO

Le ricerche meno battute degli anni ’60 e ’70 si confrontano nello spazio romano in un racconto a più voci non gerarchico e identitario

Da Carla Accardi a Tomaso Binga, da Mirella Bentivoglio e Simona Weller a Vincenzo Agnetti, da Alighiero Boetti a Jannis Kounellis e Gino Marotta: un percorso alla riscoperta delle ricerche artistiche degli anni ’60 e ’70 è in mostra alla Galleria Erica Ravenna di Roma fino al 15 luglio.

FARE UNO – dalla Parola al Segno un dialogo possibile è il titolo della rassegna che include una selezione di opere di artisti che hanno attraversato la seconda metà del Novecento, ognuno con il suo contributo e la sua personale lettura del contesto storico vissuto.

L’esposizione, che coinvolge anche figure femminili che hanno conosciuto una nuova attenzione in tempi più recenti, pone infatti al centro la questione di un confronto tra le “due metà dell’avanguardia”.

Spesso abituati a una lettura parziale del nostro passato che viene oggi ripercorso attraverso uno sguardo plurale che tiene conto della relazione tra identità e diversità.

“ll richiamo all’assunto lacaniano della “(im)possibilità di fare UNO” – si legge nel comunicato – accompagna quindi tale riflessione attraverso un dialogo a più voci nel quale protagonista è la PAROLA come fondamento dell’immagine” “in cui l’essere si riconoscerà e attraverso la quale riconoscerà gli altri“.

In occasione della mostra, il 23 maggio alle ore 18.30 viene presentato il catalogo a cura di Erica Ravenna con testi di Benedetta Carpi De Resmini e Ludovico Pratesi. Intervengono gli autori in dialogo con Tomaso Binga e Simona Weller. 

“L’intento di questa mostra – spiega la gallerista Erica Ravenna – ancora una volta è
quello di approfondire uno dei temi di maggior interesse nell’ambito delle pratiche artistiche contemporanee: il rapporto tra Arte come comunicazione e i possibili processi di semiosi al suo interno. La contiguità tra segno linguistico e segno iconico è stata oggetto di indagine e sperimentazione nel linguaggio artistico dalle prime avanguardie del Novecento fino ad oggi.”

E così che opere molto diverse tra loro si confrontano in mostra al di fuori delle gerarchie e delle strutture convenzionali del linguaggio, dialogando su un terreno fertile, quello del pensiero e della parola.