Ognuno appartiene a tutti gli altri. Un nuovo modo di abitare nel Padiglione Italia della Biennale di Architettura 2023

Curato da Fosbury Architecture, il padiglione italiano alla Biennale di Venezia si fa portavoce di quei progettisti italiani “nativi sostenibili” che espandono i confini dell’architettura attraverso la transdisciplinarietà

Fosbury Architecture, portrait. Photo Giacomo Bianco

È stato presentato oggi, 27 aprile 2023, alla presenza di Maria Vittoria Marini Clarelli, Dirigente Direzione Generale Creatività Contemporanea Ministero della cultura, Fosbury Architecture, curatori del padiglione, Roberto Cicutto, Presidente della Biennale di Venezia e il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, il Padiglione Italia della 18. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della cultura e curato da Fosbury Architecture (Giacomo Ardesio, Alessandro Bonizzoni, Nicola Campri, Veronica Caprino e Claudia Mainardi).

«Viviamo in uno stato di permacrisi: due anni di crisi pandemica e adesso quella energetica e geopolitica. Tuttavia è quella ambientale la crisi che avrà l’impatto maggiore. Il contesto italiano, caratterizzato da debolezze croniche, deve immaginare diversi modi di abitare», ha dichiarato Giacomo Ardesio, uno dei membri di Fosbury Architecture. «Stiamo vivendo un cambio di paradigma e in questo senso anche la disciplina dovrà subire un cambio di contesto, espandendo i proprio confini a una pratica transdisciplinare».
Per la prima volta un gruppo curatoriale costituito da architetti nati tra il 1987 e il 1989 porta a Venezia le istanze di una nuova generazione di progettisti under 40 (nove gruppi di progettisti e altrettanti advisor, professionisti provenienti da diversi campi delle industrie creative, per un totale di circa 50 persone con età media di 33 anni) cresciuta e formatasi in uno scenario di crisi permanente e che per questo ha fatto della collaborazione, della condivisione e del dialogo la base di ogni propria attività. Fosbury Architecture si fa, dunque, portavoce di quei progettisti italiani “nativi sostenibili”, per i quali la transdisciplinarietà diventa strumento per espandere i limiti dell’architettura. Spaziale. Ognuno appartiene a tutti gli altri, così si chiama il progetto del Padiglione, nasce da questi presupposti e si fonda sulla visione che lo spazio rappresenti un luogo fisico e simbolico, al tempo stesso, area geografica e dimensione astratta, sistema di riferimenti conosciuti e territorio di possibilità.

Biennale Architettura 2023, Fosbury Architecture, Padiglione Italia. Photo Margherita Villani

«Intervenire nello spazio significa operare su quel tessuto di relazioni tra persone e luoghi che è alla base di ogni progetto», continua Ardesio, di Fosbury Architecture. Per la prima volta il Padiglione Italia è stato interpretato dai curatori come l’occasione per realizzare nuovi progetti: un attivatore di azioni concrete a beneficio di territori e comunità locali, oltre l’idea che una mostra debba essere solo “esibizione”. Il collettivo curatoriale ha individuato e invitato a collaborare nove pratiche spaziali, progettisti chiamati a sviluppare nove progetti pionieri per il Padiglione Italia: nove pratiche di architettura – architetti o gruppi italiani under 40 rappresentativi di ricerche originali, attivi in Italia e all’estero – selezionati in base all’attitudine con cui operano, i territori in cui intervengono, i mezzi che utilizzano, le questioni che sollevano e le risposte che suggeriscono, e che rappresentano un elenco, seppure incompleto, di professionisti italiani che lavorano lungo il perimetro di ciò che è considerato oggi architettura.

Per rendere i nove progetti dei prodotti transdisciplinari genuini, i curatori hanno affiancato a ciascun progettista un advisor, proveniente da altri campi della creatività: artisti visivi e performer, esperti di alimentazione e di intelligenza artificiale, scrittori e registi. Sono state poi individuate nove stazioni, siti rappresentativi di condizioni di fragilità o trasformazione del nostro Paese, dove ciascun gruppo transdisciplinare è stato chiamato a intervenire. Infine, ciascun gruppo di progettazione ha collaborato e collaborerà con una serie di incubatori – attori locali come musei, associazioni, festival culturali – con l’obiettivo di radicare ciascun progetto nel territorio di riferimento.
In questo modo i nove progetti legati al Padiglione Italia andranno a configurare le tappe di un’inedita geografia, diventando mete simboliche di un rinnovato Viaggio in Italia.

  • Il lavoro di ciascun gruppo risponde a una serie di temi urgenti per il contesto italiano e la disciplina in generale: sfide impossibili se affrontate a livello globale ma che arontate nei contesti locali sono in grado di produrre riscontri immediati e tangibili.
  • Taranto la convivenza con il disastro verrà raccontata sui tetti della città dal collettivo Post Disaster in dialogo con Silvia Calderoni e Ilenia Caleo.
  • Nella Baia di Ieranto, oasi naturalistica del FAI nei pressi di Napoli, gli architetti BB – Alessandro Bava e Fabrizio Ballabio – con Terraforma Festival metteranno in scena la riconciliazione con l’ambiente.
  • Trieste la coesistenza multiculturale verrà analizzata lungo il confine italo-sloveno da Giuditta Vendramecon Ana Shametaj.
  • Ripa Teatina, in provincia di Chieti, gli HPO con Claudia Durastanti coinvolgeranno la comunità nel recupero del patrimonio incompiuto.
  • Nella terraferma veneziana, tra Mestre e Marghera, i Parasite 2.0 con Elia Fornari affronteranno il tema dell’inclusione sociale lavorando sulla democratizzazione delle attività ricreative.
  • Cabras, nel Montiferru in Sardegna, il gruppo Lemonot lavorerà con Roberto Flore sulla transizione alimentare.
  • Librino, quartiere di Catania, Studio Ossidiana collaborerà con Adelita Husni Bey a un progetto di rigenerazione delle periferie.
  • Belmonte Calabro, a rappresentare le aree interne italiane, il collettivo Orizzontale con Bruno Zamborlinsi interrogherà sul superamento del divario digitale.
  • Nella piana fra Prato e Pistoia, i progettisti (ab)Normal e CAPTCHA in collaborazione con Emilio Vavarella investigheranno i limiti della tutela del paesaggio e della sua riproducibilità.

All’interno del Padiglione Italia non verrà dunque presentato un progetto finito, una semplice ricognizione, ma l’avvio di un processo che andrà avanti nel tempo. Dal punto di vista espositivo, restituirà la sintesi formale e teorica dei processi innescati nei nove territori nei mesi precedenti all’apertura, da gennaio a maggio, restituendo una diversa e originale immagine dell’architettura italiana nel contesto internazionale.

Per tutta la durata della mostra, il padiglione italiano sarà accompagnato da un Public Program intitolato Mondo Novo, e articolato in numerosi appuntamenti – seminari, conferenze, laboratori, workshop – su diverse sedi. Tra questi, una serie di cinque incontri si svolgerà al Teatrino di Palazzo Grassi. L’esperienza del Padiglione sarà poi raccontata nella sua ampiezza da un catalogo a cura di Fosbury Architecture, edito da Humboldt Books, che raccoglierà dialoghi tra i progettisti e gli advisor.

Il Padiglione Italia è stato realizzato anche grazie al sostegno di Banca Ifis in qualità di main sponsor, di Bottega Veneta in qualità di sponsor e di Rilegno in qualità di sostenitore, il cui contributo ammonta complessivamente a oltre 230.000 euro. Ernesto Fürstenberg Fassio, Presidente di Banca Ifis, dichiara nel corso della conferenza stampa: «Siamo felici di sostenere, in qualità di Main Sponsor, il Padiglione Italia di questa nuova edizione della Biennale Architettura che si presenta con un progetto dei curatori che interessa anche luoghi diversi da Venezia, e si propaga nei territori a favore di una dimensione partecipativa dell’arte. Il sostegno all’ecosistema culturale è uno dei pilastri dell’impegno della Banca a favore dello sviluppo economico e sociale dei territori italiani. Un impegno che ha dato vita al progetto Economia della Bellezza per fotografare il valore di un patrimonio fatto di cultura, territorio e imprese».