«Un figlio artista lavora con i sentimenti», la parola a Loredana, la mamma di Guglielmo Maggini

COME MAMMA M’HA FATTO è l'appuntamento che racconta gli artisti da un punto di vista insolito, quello della mamma

Cosa dicono le mamme dei figli artisti? Come si pongono rispetto al loro lavoro? In che modo hanno contribuito alla loro pratica? COME MAMMA M’HA FATTO, un progetto ideato da Jacopo Natoli e Loredana Calvet, articola queste ed altre domande attraverso una serie di interviste e scatti fotografici analogici alle case e alle mamme degli artisti.
La prima stagione è dedicata a Post Ex.

Post Ex, nato nel 2020, è uno degli spazi artistici indipendenti di Roma. Luogo di lavoro, sperimentazione e scambi internazionali, oggi ospita una residenza temporanea e dodici studi permanenti. Guglielmo Maggini, scultore classe ‘92, ne fa parte dagli albori.

Parola scelta da Loredana per Guglielmo – ritratto di Loredana, foto di Jacopo Natoli

5 maggio 2022 – intervista a Loredana, mamma di Guglielmo Maggini – 61:57 minuti

Chi è Guglielmo?
Guglielmo è un uomo ormai. Ha fatto un giusto distacco dalla famiglia, ha una sua vita di coppia, una casina che cura con amore, il lavoro in studio, tutte le proposte di lavoro…Non è più in vaso, lui ha messo radici in terra.  Ha una personalità esplosiva, vivace, dinamica, è affettuosissimo anche… Un paraculo! 
È sempre stato così, flamboyant. Molto curioso, un intellettuale, un collezionista del bello, lettore vorace di libri, un grande oratore, da quando era piccolino! Sa esprimere qualsiasi concetto, parlandone per ore, senza mai annoiarti! Guglielmo è moralmente molto serio, un integralista. Non esistono compromessi, a volte è anche un po’ troppo rigido sulle sue posizioni, che non rimuove nemmeno se t’ammazzi, perché lui è un puro! Onesto, corretto. Quando vede ingiustizie o scorrettezze, rimane ferito, molto indignato. Lui va avanti sul suo binario senza calpestare nessuno. Ha una sfida con se stesso, deve arrivare da solo. Questa è una grande dignità. Poi è intelligentissimo. E nell’arte ci vuole molta intelligenza, molta capacità di mettere insieme tutta la conoscenza senza disperdersi, e lui ce l’ha. Lui è un concreto, un grandissimo lavoratore, non si risparmia davanti a nessun tipo di fatica!

Qual è l’ultima mostra di Guglielmo a cui sei stata? Dimmi le tue impressioni, emozioni…
A via Crispi per il suo compleanno, un momento di commozione! Una bella torta, anche vedere questo enorme quadro, questa parete, che poi si chiama Flamboyant quest’ opera, che è proprio Guglielmo. Ed è questo bosco di piante che sono un’esplosione di colori -beh poi sono i colori che io amo, il rosa, il fucsia, il verde, i colori che io vesto! In basso sulla sinistra si vede un uomo. Se ti avvicini capisci che è il corpo di Guglielmo, anche se ha il volto coperto da un velo. Ed è proprio lui, che spiega che l’ironia nella vita ti aiuta a superare le cose anche brutte e ingiuste che ti vengono. E quando io ho letto questo, è chiaro che mi sono commossa. Moltissimo. 

Pensi di aver influenzato la sua arte in qualche modo?
Io e Guglielmo abbiamo il culto del bello, delle cose grandi o piccole che siano, che ti danno gioia, calore. Vedi casa mia? Piena di oggetti preziosi, importanti, o anche da poco… Ma tutti compongono la mia emotività, quello che mi fa stare bene. Anche Guglielmo è così ha buon gusto da vendere. Ha preso da me anche l’amore per piante e fiori! È molto floreale il suo modo di fare arte, nelle forme, nelle morbidezze. Poi io avevo un laboratorio di restauro a Trastevere. Lui da piccolo veniva spesso con me. Ed era attento ai colori, ai materiali, mi chiedeva spiegazioni, toccava tutto!, me buttava giù le boccette de gomma lacca… Non ti dico! Stava ore con me, a guardare quello che facevo. Perciò quegli odori, quei colori, sono qualcosa che lui ha respirato sin da piccolo. E la stessa cosa faceva a casa in montagna, che io ho decorato tutta. Lui si metteva lì e mi suggeriva anche cosa dipingere! Mi chiedeva di realizzare animaletti di ogni tipo e rimaneva lì incantato a guardare come li dipingevo. Perciò mi sento in parte responsabile, perché lui ha assorbito tutta la mia passione. Infatti le sue opere anche se contemporanee hanno comunque un retaggio classico, una cultura che lui ha incamerato, vivendo in case che avevano una cultura. Quindi sicuramente ha innato questo amore, però secondo me anche un po’ per emulazione si è appassionato.

Vista a casa di Loredana, foto di Jacopo Natoli

Molto bella questa cosa dell’emulazione, secondo me noi mamme non abbiamo bisogno di dire cosa fare o non fare, basta il nostro esempio, trovi?
Assolutamente! Nel momento in cui tu dici a un figlio cosa fare, hai bruciato la situazione, hai fatto l’opposto! Tu non devi dire niente. Io ogni volta cerco di dare la mia opinione, se richiesta, dò gli strumenti… Poi sparisco! Soprattutto per le scelte di fede, d’arte, emotività, di lavoro, un genitore non deve intromettersi. E anche se all’inizio ti contrastano eccetera, alla fine vedrai che faranno la cosa più giusta.

A seconda del temperamento dei figli da bambini, tendiamo a proiettarli nel futuro. Come pensavi Guglielmo adulto?
Lui ha questa manualità, creatività da sempre, fin da piccolo. Io ho quattro figli ed essendo lui il più piccolo, spesso stava a casa da solo e finiti i compiti, la scuola, lui faceva mille cose. Creava queste candele di cera, con fiori secchi dentro, poi le regalava a me e alle mie amiche. La domenica veniva il nonno a pranzo da noi, e Guglielmo preparava delle stranezze squisite per nonno Romolo! Le fettuccine al cacao con mille specialità, si era fatto comprare la macchina per stendere la pasta! Guglielmo ha un fuoco sacro dentro, lui deve tirare fuori queste cose perché lo rilassano, lo fanno esprimere. La sua essenza e la sua vita. 

Casa di Loredana, un dettaglio, foto di Jacopo Natoli

Però quand’è che Guglielmo ha deciso di essere un artista? Sei contenta di questa sua scelta?
Sono felice e sono molto orgogliosa di questo figlio artista. Guglielmo si è laureato a 22 in Architettura. Era indeciso se fare architettura e lettere, scrive benissimo, perché ha sempre letto molto. Poi è partito per Londra, dopo un colloquio alla Camberwell è stato preso… E lui è andato. Credo sia stato questo il momento della scelta. Per lui l’arte è un momento liturgico, benefico, proprio di resurrezione… Quando crea, entra nel suo mondo, sta bene.

Un ricordo legato a Guglielmo?
Il ricordo più bello e più dolce, questo lo devi scrivere, risale al 2006. Era stata quella, una giornata faticosa di compere e lavori vari per la casa ad Albinia. Guglielmo prese due sedie di vimini e le mise in giardino. Mise una tovaglia a quadri per terra. Prese tovagliolini, alzatine, piattini. Creò un pic nic degno di Barry Lyndon e Monet! Di una bellezza incredibile, curato nei minimi dettagli di sapori e decorazioni! Ha fatto per tutti noi un pic nic buono, originale, raffinato. Questo è il ricordo più bello che io conservo nel mio cuore.

Un consiglio da mamma a mamma?
Ho sempre cercato di essere affidabile, se dico una parola deve essere mantenuta, devi dare ai figli questo senso di sicurezza, che c’è sempre una protezione. Che ci sei. Poi siamo esseri umani, avrò sbagliato anche io molte cose, che ne so. E devi farlo bene, è difficilissimo, non devi invadere. Sanno che comunque possono contare su di te. Questa è una certezza che i figli devono avere, ricordatelo sempre.

Qualcosa che non gli hai mai chiesto o che non hai mai capito?
Non ci sono incomprensioni tra noi. Io sono una persona talmente diretta e sincera, che chiedo sempre, chiarisco subito. L’unica cosa che mi ha sorpresa, perché non avevo capito niente!, è la sua omossesualità. Ma adesso ha trovato un compagno così, un angelo, un gran signore… Che lo ama moltissimo! Sono strafelice! Creo anche gelosie tra i figli, che mi dicono che Guglielmo è il mio preferito!

Loreadana e Guglielmo, foto scelta da Loredana

A questo proposito, noi volevamo chiamare il progetto “COCCO DI MAMMA” o “CUORE DI MAMMA”, proprio perché abbiamo notato che il figlio artista è sempre il “prediletto” in qualche modo. Sapresti spiegarmi il motivo?
Innanzitutto perché parlano con l’anima, non con la materia. Un figlio artista lavora con i sentimenti e ti fa una grande tenerezza! Anche perché vedi che c’è un grande coraggio nell’affrontare un percorso duro, che non ti dà facili soddisfazioni.  Poi nel mio caso, come ti raccontavo, ho sempre adorato dipingere. Da ragazza andavo da Madame Franchetti a villa Strohl-Fern, e lì ho preso per anni lezioni di pittura. Poi ho fatto restauro, tanti lavori di affresco, di decoro, il laboratorio l’ho tenuto per quindici anni. Però questo mio amore non è mai esploso in una professione, è stato sempre una cosa che ho tenuto parallelamente alla mia vita di mamma, di moglie, di figlia, di donna a lavoro. Per me era una gioia creare, dipingere… Quindi ho avuto con questo mio quarto figlio un dialogo speciale anche per questo. È stato uno scambio super stimolante, perché lui partecipava alla mia creatività e io giocavo con lui! 

Sei mai stata da Post Ex?
Mai stata in studio, organizziamo certo! 

@post_ex_post_ex
@g_making / www.guglielmomaggini.com


Jacopo Natoli è artista e docente. Dal 2011 sperimenta la forma dell’intervista (fino alla morte, mono-parola, senza-parola, finta, multilinguistica, per pizzini, acrostica, didascalica, haiku, per citazioni, silenziosa, per immagini, per disegni, telepatica, poetica, annuale, a grandi distanze…) 

jacoponatoli.com

Loredana Calvet dal 2014 collabora con diversi artisti come assistente, studio manager e archivista. Oggi lavora principalmente con Gonzalo Borondo e Post Ex. Dal 2019 è mamma di Pietro.

Instagram: @calvetgram

Loredana+Jacopo

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