La settimana di Art Basel Hong Kong è iniziata

Dopo una pausa di due anni, torna Art Basel Hong Kong con un evento di cinque giorni dal 21 al 25 marzo. Ecco tutte le novità

«Il più grande spettacolo dal 2019», aveva annunciato il colosso di MCH Group. E infatti, dopo una pausa di due anni, torna col botto Art Basel Hong Kong dal 21 al 25 marzo.
177 gallerie provenienti da 32 paesi espongono all’Exhibition Centre, mettendo in mostra le prospettive artistiche globali dall’Asia e oltre. Dal 23 marzo la fiera asiatica apre i battenti anche al grande pubblico, nella città in cui i giganti dell’art system inaugurano nuovi quartieri generali – e dove, nemmeno una settimana fa, è sorta la nuova sede del gigante Phillips.
Tra grandi novità e sperati ritorni di questa edizione c’è sicuramente Encounters, il settore dedicato alle opere su larga scala, in mostra per la prima volta dall’anno della pandemia. Tra queste: la scultura di David AltmejdThe Vector (2022), presentata da White Cube, “un mix unico e inebriante di magia, fantascienza e romanticismo gotico”, le sue orecchie si estendono quasi fino al soffitto, sembrano sondare i limiti della stanza oltre qualsiasi percezione umana, e poi la sinuosa scultura in ceramica di Yunghsu Hsu, rappresentato dalla Liang Gallery di Taipei, e l’imponente Gravity dorata di Awol Erizku, della selezione di Ben Brown Fine Arts.

David Altmejd, The Vector, 2022

Uno dei focus principali include le opere dell’artista di Hong Kong Wesley Tongson, opere d’arte paesaggistiche con schizzi di inchiostro che uniscono influenze orientali e occidentali e tecniche uniche di pittura con le dita. Presentata dalla Galerie du Monde della città, la retrospettiva metterà in luce i pezzi degli ultimi decenni. Gallery Vacancy di Shanghai presenterà invece il lavoro dell’artista contemporanea americana Sydney Shen. Da non perdere assolutamente le sue opere misteriose e intriganti: conosciuta per la creazione di sculture e installazioni uniche nel loro genere che sfruttano apparecchi e strumenti medici cinesi e occidentali e campioni biologici. Anche il sud-est asiatico è ben rappresentato in fiera: Richard Koh Fine Arts dalla Malesia presenta i pittori Justin Lim e Yeoh Choo Kuan insieme al lavoro dell’artista contemporaneo Joshua Kane Gomes. Nova Contemporary di Bangkok porta invece la videoartista Kawita Vatanajyankur con l’opera The Scale of Injustice, una serie in corso che esplora le continue sfide del lavoro femminile. Roh Projects da Jakarta arriva con l’artista indonesiano Agus Suwage che presenta una serie di autoritratti carichi di commenti sociali e politici. Per la rappresentanza italiana troviamo, invece, MASSIMODECARLO con le pitture gestuali di Giorgio Griffa, Carla Accardi e due lavori di Alighiero Boetti, insieme a protagonisti internazionali come Wang YuyangDanh Vo, nello spazio senza limiti di Encounters.
C’è poi Mazzoleni con una selezione di lavori di Hans Hartung, maestro dell’Informale, la napoletana Umberto Di Marino Gallery – tra le proposte di Discoveries – con Android Loop, progetto solista di Pedro Neves Marques iniziato nel 2017 e sviluppato in dialogo con l’attrice e artista indigena Zahy Guajajara.
«Nonostante le sfide della pandemia – racconta il CEO Noah Horowitz – anche il mercato dell’arte asiatico è rimasto resiliente, con la Grande Cina che rappresenta il 20% delle vendite mondiali in termini di valore e si è classificata al secondo posto come secondo principale mercato artistico regionale nell’ultima edizione di Art Basel».

JR, Giants: Rising Up, 2023

Non mancano anche le polemiche. In occasione della fiera, infatti, l’artista francese JR ha creato una monumentale installazione a Hong Kong per la settimana dell’arte della città: un atleta intento a ruotare in un salto in alto. L’opera ha attirato non poche critiche da alcuni consulenti di Feng Shui che sostengono che l’opera sia di cattivo auspicio, in quando, guardandola da lontano, può sembrare una persona che cade da un edificio. Per quasi 12 metri di altezza e 12 metri di larghezza, l’installazione Giants: Rising Up è stata commissionata dal centro commerciale Harbour City e realizzata con un’impalcatura di bambù, attraverso una tecnica di costruzione considerata “più sicura dell’acciaio”, annoverata come patrimonio culturale immateriale della città. Visibile fino al 23 aprile all’Ocean Terminal Deck di Tsim Sha Tsui, Kowloon, è anche la prima opera dalla serie Giants di JR in Asia.