Da Bocca di Rosa a Piero, da Tito a Michè, da Marinella ad Angiolina e Andrea. E ancora, un Gorilla, un Giudice, Carlo Martello, Pasquale Cafiero: che cosa accade se i protagonisti dei brani di Faber prendono magicamente vita per narrarci – in prima persona e da un privilegiato punto di vista— il loro stesso creatore? Per scoprirlo bisogna leggere il graphic novel Ballata per Fabrizio De André (Beccogiallo, cartonato, 144 pagine a colori, 19 euro), scritto e disegnato da Sergio Algozzino. Prostitute, balordi, ubriaconi, travestiti: un’incredibile carrellata di personaggi “ultimi”, un coro di voci inedito e appassionato trova forma e sostanza in un’accurata declinazione a fumetti. «Ieri cantavo i vinti, mentre oggi canto i futuri vincitori: quelli che coltivano la propria diversità con dignità e coraggio. I nomadi, per esempio, e tutti quelli che attraversano i disagi dell’emarginazione senza rinunciare ad assomigliare a se stessi». Faber docet.

E oggi, nell’ambito di questa nuova edizione ampliata del graphic novel, Algozzino spiega cosa il lettore può trovare di inedito: «Ho disegnato alcune tavole di passaggio, fra cui un effettivo prologo, cercando di mimetizzarle il più possibile a quelle originali. Il mio scopo non era semplicemente allungare il brodo, ma ho cercato il più possibile di dare il respiro ad alcune sequenze che secondo me meritavano qualche vignetta in più». In particolare, riprende ancora l’autore, «mi ero imposto di evitare una pagina bianca che a volte c’era fra gli atti nelle edizioni precedenti, quindi alla fine non ho soltanto disegnato delle pagine ma ne ho anche rimontate altre. Sono anche intervenuto in minima parte su altre pagine, dettagli di cui probabilmente non si accorgerà nessuno ma che sentivo di fare. Non per ultima, l’aggiunta più palese è stata una nuova copertina. In questo caso non l’ho affatto mimetizzata, disegnandola come disegno adesso».


La spiegazione? È presto detto. «Il principio – incalza il fumettista palermitano, classe 1978 – è che gli interni hanno una loro musica che rappresenta il me di quindici anni fa, ed ho ritenuto giusto fare quelle aggiunte il più possibile coerenti al mio modo di fare dell’epoca. La copertina invece palesa quello che è, cioè una nuova edizione, una nuova musica; per capirci, quando De André suonava una sua canzone di vent’anni prima non riproponeva gli stessi suoni e lo stesso arrangiamento. E la mia idea era proprio quella». Il risultato finale è un fumetto assai originale, un intenso e intimo viaggio dentro l’opera di Faber (che lo scorso 18 febbraio avrebbe compiuto 83 anni). «Il mio De André – puntualizza Algozzino – è chiaramente legato alla sua musica. Il senso del volume è proprio quello: un’ode a quel rapporto meraviglioso che tutti noi possiamo creare con un artista proprio attraverso le sue canzoni. Una relazione che ci fa quasi credere di conoscere queste persone come se fossero nostri amici o parenti».


Tra i più rilevanti, influenti e innovativi cantautori di casa nostra, il gigante Faber può avere (o avere avuto) degli eredi? «Il punto è stabilire cosa sia un erede – precisa l’autore siciliano – se con questo termine si intende qualcuno che abbia qualcosa da raccontare, senza fare paragoni, non mi preoccuperei, perché ci sono tante belle “voci” in giro. Se invece parliamo di chi potrebbe continuare nel suo solco, in verità non lo troverei neanche interessante, perché preferirei l’originale». Con ogni probabilità è (anche) per questo che il graphic novel Ballata per Fabrizio De André non ha masi smesso di riscuotere consenso. «All’epoca dell’uscita pensavo che in fondo il libro potesse interessare principalmente perché c’era il nome di Faber in copertina. Col passare del tempo, ho visto numerosi libri uscire dedicati alla sua figura e non tutti sono stati riproposti o richiesti. Ciò per me è un enorme piacere. Questo volume a fumetti è stato fatto col cuore, e forse alla fine mi arrendo all’evidenza che un po’ di questo cuore è stato notato da chi, nel tempo, lo ha letto».
Info: www.beccogiallo.it